Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 1 Gennaio 2021

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Riferirono ciò che del bambino era stato detto loro

VENERDÌ 1 GENNAIO (Lc 2,16-21)

Evangelizzare è riferire una lieta notizia. Inventare non è evangelizzare. L’angelo viene dal cielo per riferire ai pastori il fatto accaduto in Betlemme e il suo significato. Fatto e significato devono essere una sola cosa: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,10-12). I pastori si recano a Betlemme e riferiscono quanto era stato loro rivelato dall’angelo. Evangelizzare è ripetere quanto ascoltato e visto. Gesù ripete quanto ha udito dal Padre: “Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me»” (Gv 12,44-50). Perché riferire e ripetere siano perfetti occorre che vengano vissuti nello Spirito Santo, che è lo Spirito della verità del fatto e del significato.

Luca raccoglie ciò che Cristo Gesù ha fatto e insegnato son somma diligenza e accortezza e tutto riferisce a Teofilo: “Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto” (Lc 1,1-4). “Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo” (At 1,1-2). Si riceve con somma diligenza nello Spirito Santo, si riferisce, si ripete con somma diligenza nello Spirito Santo. L’Evangelista Giovanni riferisce i grandi segni di Gesù e il fine di essi: “Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20,30-31). Il riferimento è nel fatto e nella sua piena comprensione: “Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena” (1Gv 1,1-4).

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Per riferire il mistero di Cristo Gesù si deve divenire mistero del suo mistero ponendosi a servizio di esso. Si diviene mistero di Cristo Gesù divenendo mistero della Chiesa, ponendoci a servizio di esso. Chi non diviene mistero, mai potrà riferire il mistero.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci mistero di Cristo Gesù e della Chiesa.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.