HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 29 Febbraio 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 29 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 16, 19-31

Lazzaro è privo di tutto, non ha casa, non ha vestito, non ha salute. È gettato alla porta del ricco, è coperto di piaghe, di ulcere, è passivo, non riesce nemmeno ad allontanare i cani che gli si avvicinano per leccargli le ferite.

Gesto di compassione o anticamera della morte, scegliete voi. Possiede solo due cose. Possiede il desiderio di sfamarsi di ciò che cadeva dalla tavola del ricco. Ha molto desiderato. Desidera. È ciò che resta di noi, quando tutto il resto scompare. Tace, Lazzaro. Desidera ma non dice.

Forse non ha nemmeno più la forza di parlare. Forse non osa. Forse vuole solo lasciarsi andare. Desidera cibarsi delle briciole cadute dalla tavola del ricco. Possiede un nome. È l’unico personaggio in tutte le parabole, di tutte! che ha un nome.

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Il nome, in Israele, indica l’identità profonda, ciò che sei dentro, nella tua anima, nella tua essenza, ciò che Dio rivela a te stesso e che sei chiamato a scoprire. Si chiama Lazzaro. Dio aiuta. Quando sentiamo di non valere più nulla, quando siamo una cosa, quando nessuno ci vede, Dio sa bene chi siamo.

Non ha nome, invece, il ricco gaudente (questo il significato di “epulone”) che passa la sua vita facendo i suoi affari. Non si dice che sia particolarmente malvagio, il ricco, è solo indifferente, distratto dalle sue molte attività: ha creato un abisso fra sé e il resto del mondo, un abisso che, purtroppo, gli impedisce, in vita e in morte, di raggiungere Dio.

Abramo, che stringe a sé il povero Lazzaro, è sinceramente dispiaciuto di non potere accogliere il ricco, l’abisso da lui creato è incolmabile anche per Dio. Sciocco epulone, non ha ascoltato la voce pressante dei profeti che ricordano come Dio si identifichi nell’orfano e nella vedova, non ha dato retta alle infuocate parole della Bibbia che raccomanda l’elemosina.

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E ora, solo, non si capacita della sua superficialità. Stiamo attenti, amici, a non commettere lo stesso errore, riconosciamo i tanti Lazzaro che oggi incontreremo, per rivolgere loro almeno un saluto.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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