Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 30 Gennaio 2020

Il commento alle letture del 30 gennaio 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!

GIOVEDÌ 30 GENNAIO (Mc 4,21-25)

La Parola di Dio è affidata all’uomo, che è occhi, orecchi, bocca, cuore, intelligenza, razionalità deduttiva e argomentativa, discernimento, apprendimento, esperienza. Un contadino sa che se non semina non miete. Se non pianta alberi non può raccogliere frutti. Se non versa il suo sudore sulla terra, non potrà mangiare il suo pane. Lo sa e per questo ogni giorno si lascia consumare dal suo lavoro. Oggi abbiamo perso la nostra verità. Vogliamo la scienza, ma senza studiare. Vogliamo nutrirci senza faticare. Vogliamo il bene perseguendo il male e la vita coltivando la morte. Vogliamo i frutti delle virtù mentre nel nostro cuore lasciamo che crescano tutte le erbacce dei vizi. Vogliamo una società armoniosa, ma trasgredendo ogni Comandamento che il Signore ha posto come siepe perché nel suo popolo non entrasse né superstizione, né immoralità, né idolatria, né qualsivoglia altra ingiustizia. Non si vogliono i Comandamenti, rimane ogni disordine spirituale, morale, economico, sociale. Se non vogliamo Cristo, neanche vogliamo i frutti che maturano dal suo Vangelo. Invece noi chiediamo frutti evangelici ad ogni uomo mentre neghiamo e rinneghiamo il Vangelo.

Gli Apostoli di Gesù – e in obbedienza gerarchica ogni discepolo del Signore – devono essere loro la luce del mondo e il sale della terra. Devono loro illuminare il mondo con la radiosa luce che promana dal volto di Cristo, del Crocifisso che è il Risorto. Se essi, mandati da Gesù per illuminare il mondo, mettono la luce sotto il moggio o sotto il letto, non si può sperare che il mondo venga illuminato. Gesù non ha mandato altri. Ha mandato loro, i suoi discepoli, ognuno con una sua particolare missione. San Paolo, cosciente di questa altissima responsabilità di essere luce del mondo, così esorta i Filippesi: “Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me” (Fil 2,12-18). Come il sole e gli altri astri illuminano dall’alto, così anche Apostoli e ogni altro discepolo devono illuminare l’umanità. Questo obbligo mai verrà meno, perché è comando di Cristo Gesù. Nessun uomo sulla terra potrà mai abrogare un comando che viene dal Signore, dal Redentore, dal Salvatore, perché è comando che viene dal cuore del Padre, nella sapienza dello Spirito Santo.

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Né si può pensare che sia possibile vivere da veri discepoli di Gesù nell’anonimato. La Parola di Gesù è vita, non è una teoria e una sterile filosofia. La povertà in spirito si vede e così anche la purezza del cuore, la mitezza, la fame e la sete per la giustizia. Si vede anche la vittoria su ogni tentazione, l’abbandono di ogni vizio. Ma soprattutto si vede se annunziamo il Vangelo o non lo annunziamo. Poiché l’annunzio del Vangelo è comando, se obbediamo e viviamo questo comando siamo discepoli di Gesù, altrimenti abbiamo rinnegato e tradito la nostra vocazione e missione, il nostro essere discepoli di Gesù. Ma Satana è astuto e oggi sta insegnando a noi, che da discepoli di Gesù ci stiamo trasformando in suoi allievi, che a nulla serve il Vangelo per ottenere la salvezza. Lui non esiste e l’inferno è vuoto. L’eternità è fatta solo di Paradiso.

Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che i cristiani diventino discepoli di Satana.

Fonte@MonsDiBruno

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