fra Stefano M. Bordignon – Commento al Vangelo del 6 Novembre 2022

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Da poco abbiamo celebrato la commemorazione di tutti i defunti, ed ecco un vangelo che ci parla proprio di come sarà la vita dopo la morte. Effettivamente la risurrezione è per certi versi una cosa incredibile, ed hanno ragione i sadducei a mettere in discussione la risurrezione con questo racconto dal gusto un po’ macabro della moglie a cui muoiono sette mariti, e alla risurrezione di chi sarà moglie?

La risurrezione non può essere intesa, infatti, come un semplice ritornare alla vita corporale di prima, come se fosse un rinascere in un altro pianeta dal nome paradiso. Ma no, non è questa la risurrezione di cui Gesù ci parla, non è questa la risurrezione che ha promesso a noi e a tutte le persone che ci hanno preceduto. I figli della risurrezione, le persone che prenderanno parte alla vita futura, non prenderanno più né moglie ne marito, infatti saremo simili agli angeli, questo vuol dire che avremo un corpo spirituale, e non più un corpo mortale e corruttibile come quello che abbiamo adesso.

E allora potrebbe venire questo dubbio: perché parlare di risurrezione del corpo, se poi il corpo sarà spirituale? Anche se tante cose non le possiamo comprendere riguardo alla vita futura, la risposta a questa domanda è semplice. La risurrezione spirituale del corpo significa che noi, non saremo semplicemente spirito, non saremo come una goccia d’acqua che si scioglie nel mare, ma quello che noi siamo adesso continuerà in modo nuovo nel regno dei cieli, è come se questo corpo mortale che abbiamo adesso fosse il chicco di senape, e il corpo spirituale nella risurrezione fosse la pianta che nasce da quel seme.

E la Eucarestia che oggi celebriamo nelle nostre chiese ci rende già partecipi della Risurrezione di Gesù Cristo.

Fonte: il canale YOUTUBE di fra Stefano