Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 4 Luglio 2021

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“ Giunto il Sabato, si mise a insegnare nella sinagoga “.

“ Gesu’ percorreva i villaggi d’intorno insegnando “.

Il brano evangelico di questa Domenica si apre e si chiude dicendoci che Gesu’ insegnava.

INSEGNARE

E’ il verbo chiave del testo.

Cosa significa?

Imprimere un segno, lasciare una traccia.

E’ quello che fanno ( o dovrebbero fare ) tutti coloro i quali svolgono la funzione di educatore.

I genitori, i professori, i sacerdoti, tutti hanno un ruolo educativo.

Educare ed insegnare sono strettamente legati.

Educare significa “ tirare fuori “ da una persona qualcosa, aiutarla ad esprimere se stessa, il meglio di se’, la sua unicità.

Si educa insegnando, lasciando cioè una traccia nel discente.

Questo fa Gesu’: educa insegnando.

Cerca, cioè, con le sue Parole ma, prima ancora, con la sua testimonianza, di imprimere in noi una traccia, un segno, necessario per farci scoprire la nostra unicità e farci realizzare la missione, il compito a cui siamo chiamati.

Gesu’ vuole il meglio di noi, vuole che siamo noi stessi.

Diceva qualche giorno fa in una sua omelia il bravissimo Don Luigi Maria Epicoco: “ Troppe scelte nella vita le facciamo lasciandoci condizionare dal chiacchiericcio degli altri, quando invece dobbiamo imparare a farle ascoltando noi stessi. E’ li che Dio Parla “.

CHIACCHIERICCIO

E’ li’ il problema.

Stare dietro alle chiacchiere, ai luoghi comuni, al “ sentito dire “, al “ cosi’ fan tutti “.

“ Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi? “

Ecco il trionfo del “ chiacchiericcio “.

Può mai “ un falegname “, uno “ modesto come noi “, uno che “ non ha studiato “, parlare in quel modo?

Chi si crede di essere?

Il “ chiacchiericcio “ è micidiale: Gesu’ non viene più riconosciuto come Maestro ma, addirittura, viene ritenuto uno che da “ scandalo “, cioe’ uno che è “ d’inciampo “, uno che da fastidio, uno che non si omologa.

Il “ chiacchiericcio “ rende “ increduli “ ed impedisce a Gesu’ di “ fare miracoli “, cioè di aiutare le persone a guardarsi nel profondo e a realizzare quelle che sono.

Se riflettiamo un poco e siamo onesti dobbiamo ammettere di essere “ uguali “ ai compaesani di Gesu’.

Perchè Cristo “ non fa prodigi “ nella nostra vita?

Perchè siamo “ increduli “.

Lo professiamo a parole, diciamo, con le labbra, che lui è il nostro Signore, salvo poi “ imprecare contro di Lui “ non appena una minima cosa, nella nostra vita, non va secondo le nostre intenzioni.

Perchè?

Perchè “ non crediamo veramente in Lui “, anche noi abbiamo un “ pre-giudizio “, non siamo convinti che Lui, veramente, sia quanto di più importante ci sia.

Lo releghiamo, quando va bene, ad un’abitudine domenicale, priva di incidenza alcuna nella nostra quotidianità.

Cosi’ facendo mai potrà operare “ prodigi “ nella nostra vita.

Resteremo sempre al “ chiacchiericcio “ senza consentirgli di lasciar traccia nella nostra vita.

Lui cosi’ andrà altrove, andrà “ nei villaggi d’intorno “ a svolgere la sua missione.

Svegliamoci.

Non lasciamo che il Signore vada via da noi.

Perderemo la grande occasione di vivere la nostra unica vita in aderenza a quello che siamo e al progetto che siamo chiamati a realizzare.

Buona Domenica e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.