“ Giunto il Sabato, si mise a insegnare nella sinagoga “.
“ Gesu’ percorreva i villaggi d’intorno insegnando “.
Il brano evangelico di questa Domenica si apre e si chiude dicendoci che Gesu’ insegnava.
INSEGNARE
E’ il verbo chiave del testo.
Cosa significa?
Imprimere un segno, lasciare una traccia.
E’ quello che fanno ( o dovrebbero fare ) tutti coloro i quali svolgono la funzione di educatore.
I genitori, i professori, i sacerdoti, tutti hanno un ruolo educativo.
Educare ed insegnare sono strettamente legati.
Educare significa “ tirare fuori “ da una persona qualcosa, aiutarla ad esprimere se stessa, il meglio di se’, la sua unicità .
Si educa insegnando, lasciando cioè una traccia nel discente.
Questo fa Gesu’: educa insegnando.
Cerca, cioè, con le sue Parole ma, prima ancora, con la sua testimonianza, di imprimere in noi una traccia, un segno, necessario per farci scoprire la nostra unicità e farci realizzare la missione, il compito a cui siamo chiamati.
Gesu’ vuole il meglio di noi, vuole che siamo noi stessi.
Diceva qualche giorno fa in una sua omelia il bravissimo Don Luigi Maria Epicoco: “ Troppe scelte nella vita le facciamo lasciandoci condizionare dal chiacchiericcio degli altri, quando invece dobbiamo imparare a farle ascoltando noi stessi. E’ li che Dio Parla “.
CHIACCHIERICCIO
E’ li’ il problema.
Stare dietro alle chiacchiere, ai luoghi comuni, al “ sentito dire “, al “ cosi’ fan tutti “.
“ Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi? “
Ecco il trionfo del “ chiacchiericcio “.
Può mai “ un falegname “, uno “ modesto come noi “, uno che “ non ha studiato “, parlare in quel modo?
Chi si crede di essere?
Il “ chiacchiericcio “ è micidiale: Gesu’ non viene più riconosciuto come Maestro ma, addirittura, viene ritenuto uno che da “ scandalo “, cioe’ uno che è “ d’inciampo “, uno che da fastidio, uno che non si omologa.
Il “ chiacchiericcio “ rende “ increduli “ ed impedisce a Gesu’ di “ fare miracoli “, cioè di aiutare le persone a guardarsi nel profondo e a realizzare quelle che sono.
Se riflettiamo un poco e siamo onesti dobbiamo ammettere di essere “ uguali “ ai compaesani di Gesu’.
Perchè Cristo “ non fa prodigi “ nella nostra vita?
Perchè siamo “ increduli “.
Lo professiamo a parole, diciamo, con le labbra, che lui è il nostro Signore, salvo poi “ imprecare contro di Lui “ non appena una minima cosa, nella nostra vita, non va secondo le nostre intenzioni.
Perchè?
Perchè “ non crediamo veramente in Lui “, anche noi abbiamo un “ pre-giudizio “, non siamo convinti che Lui, veramente, sia quanto di più importante ci sia.
Lo releghiamo, quando va bene, ad un’abitudine domenicale, priva di incidenza alcuna nella nostra quotidianità .
Cosi’ facendo mai potrà operare “ prodigi “ nella nostra vita.
Resteremo sempre al “ chiacchiericcio “ senza consentirgli di lasciar traccia nella nostra vita.
Lui cosi’ andrà altrove, andrà “ nei villaggi d’intorno “ a svolgere la sua missione.
Svegliamoci.
Non lasciamo che il Signore vada via da noi.
Perderemo la grande occasione di vivere la nostra unica vita in aderenza a quello che siamo e al progetto che siamo chiamati a realizzare.
Buona Domenica e buona riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.