Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 28 Luglio 2023

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Anche oggi il Vangelo, cosi’ come era accaduto ieri, si sofferma sul “ produrre frutto “.

Se ieri ci aveva detto che per “ portare frutto “ era necessario “ rimanere in Cristo “, oggi ci indica una serie di “ ostacoli “ che possono “ impedirci la fruttificazione “!!!

Il tutto partendo da un dato preliminare: Dio semina continuamente, senza…badare a spese.

Semina anche sulla strada, sulle pietre, sui rovi, attendendo qualche lavoro di “ trasformazione “ del nostro terreno, che consiste nell’eliminazione degli “ ostacoli “ che impediscono il germogliare delle nostre esistenze.

E allora soffermiamoci brevemente su questi ostacoli.

La strada.

E’ una superficie dura, impermeabile, del tutto inidonea ad accogliere la Parola, tanto è vero che il Signore stesso dice che il seme seminato lungo la strada è colui che “ ascolta la Parola ma non la comprende “ perché non si impegna a farlo e si fa, al contrario, sedurre dal maligno, che “ ruba “ cio’ che è stato seminato.

Questo è il livello più pericoloso, il più lontano dalla Parola.

E’ l’uomo completamente preda delle suggestioni del demonio, che pone il suo “ ascolto “ esclusivamente nelle seduzioni proposte dal tentatore.

In lui mai potrà fruttificare la Parola.

Il terreno sassoso

E’ un terreno “ privo di radici “.

Rappresenta pertanto un uomo all’inizio entusiasta, che esce vivificato da un ritiro, da un pellegrinaggio, ma il cui ascolto resta sul piano dell’ “ emozione “, del “ sentimento “, quindi della superficie, senza diventare “ scelta di vita “.

E’ ovvio che, appena arriva una difficoltà, cioè il dover compiere una scelta tra gli insegnamenti dettati dalla Parola e quello che propina il mondo, non avendo radici non ascolta la sua interiorità e sceglie la via più comoda impedendo la produzione di frutti.

I rovi

I rovi imbrigliano, pungono, soffocano.

L’uomo che si impersonifica dietro l’immagine del “ seme gettato tra i rovi “ è pertanto chi ascolta la Parola ma la soffoca perché è attratto da altre voci, è sedotto dalle ricchezze e pone in essere un illusorio “ rinvio a tempi migliori “, a quando “ sarà cosi’ ricco “ da potersi dedicare pienamente all’ascolto.

Il terreno buono.

E’ colui che fa fruttificare l’ascolto.

E’ l’opposto esatto del “ seme caduto sulla strada “.

Quest’ultimo, infatti, è l’uomo che “ ascolta e non comprende “, l’altro, invece, è l’uomo che “ ascolta e comprende “.

COMPRENDE

E’ questo il verbo chiave.

Cosa comprende?

Comprende che la Parola di Dio è l’unica guida della nostra vita, che solo in essa c’è la possibilità di trarre gli insegnamenti per un’esistenza piena.

E allora si mette in ascolto, un ascolto profondo, basato su una scelta e non su un’emozione ( è l’errore del “ terreno sassoso “ ), su una scelta solida, che non cede dinanzi alla seduzione della ricchezza ( è l’errore del “ terreno connotato da rovi “ ).

Qual è il risultato di questa scelta?

Che la propria vita porterà frutti, “ chi trenta, chi sessanta, chi cento “, ciascuno con le proprie peculiarità, con i propri doni.

Chiediamoci oggi: a quale, tra i terreni indicati, somiglio di piu’ in questo momento della mia vita?

Buona giornata e buona riflessione a tutti.