Il Vangelo ci parla di un Gesù attento alle sofferenze dell’uomo. Fame, malattia, cecità , sordità , balbuzie, paralisi, morte lo vedono profondamente coinvolto al punto da piangere con chi soffre. Gesù perdona i peccati, guarisce l’anima ma non dimentica mai di soccorrere chi è menomato nel corpo, senza fare distinzione tra popolo eletto e gentili.
Non temendo di scandalizzare i seguaci delle rigide regole del farisaismo, guarisce di sabato, guarisce gli impuri, come l’emorroissa, guarisce gli indemoniati. La guarigione del sordomuto è una pagina del Vangelo di Marco profondamente significativa per tutti noi, sordi, molto spesso, perché non vogliamo e non sappiamo ascoltare le persone della nostra famiglia, gli amici, il nostro prossimo; sordi nei confronti della parola di Dio, e muti perché incapaci di comunicarla e incapaci di dialogare con chi crede e con chi non crede.
È una pagina che ci obbliga ad essere sensibili e pronti ad andare incontro ai nostri fratelli che vivono la condizione della disabilità . Viviamo in un’epoca che, rispetto al passato, ha tante possibilità per alleviare il loro disagio. Partecipare ad una liturgia in cui sono presenti molti nostri fratelli sordomuti – per i quali un interprete nella lingua dei segni traduce la parola di Dio – significa lasciarsi coinvolgere fino in fondo da questo momento, magari salutandoli con un applauso nella loro lingua: ecco uno dei modi per mettere in pratica questo brano del Vangelo di Marco.
A cura dei Convegni di cultura beata Maria Cristina di Savoia.
Fonte | Per gentile concessione dell’Editrice AVE