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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 21 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 8, 51-59

Per i Giudei l’affermazione di Gesù è di nuova, inaudita, arroganza, sfida l’umana ragione: come può pretendere di dominare la morte che né Abramo né i profeti hanno vinto? Tutti sappiamo che ad un certo momento la morte viene e copre ogni cosa, soffoca ogni progetto, spegne ogni speranza e fa inghiottire la vita dalla terra.

Gesù non è venuto per confermare le nostre umane certezze ma per spalancare i nostri occhi su un orizzonte che non avremmo potuto neppure immaginare senza di Lui; Egli viene a dirci che quell’insito senso di attesa di qualcosa, o di Qualcuno a cui affidare il proprio desiderio di felicità e di futuro, non è un’illusione né un’ingenua pretesa, ma una parola che Dio ha seminato nel cuore di ogni uomo.

Nel profondo della domanda di senso e di speranza, qualcosa ci orienta verso il mistero: Dio, chi sei? Dove sei? Come possiamo vedere il tuo volto?

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Abramo partì dalla sua terra senza sapere dove andava, partì per obbedienza, per fedeltà, accettò di giocare fino in fondo il compito della propria libertà davanti a Dio attraversando deserti di solitudine. Abramo è quell’uomo che credette alla parola di Dio e per quella fede è stato giustificato; ma è pure quell’uomo che ha anche avuto le sue tentazioni sulla strada della speranza quando, tanto lui come sua moglie, hanno fatto quel sorriso di fronte alla promessa di un figlio.. Ma credette.

I dottori della legge non comprendono la gioia della promessa, la gioia della speranza, dell’alleanza; non sanno più gioire, perché hanno perso il senso della gioia che viene dalla Fede e hanno perso la legge come centro dell’amore per Dio e per il prossimo. Gesù vorrebbe salvarli, vorrebbe far sperimentare la gioia dell’incontro con il vero volto di Dio, promette loro che non moriranno, ma essi non accolgono il grande dono, semplicemente dicono che è impossibile e ancora una volta rifiutano l’esperienza più forte che avrebbero potuto fare.

Per riflettere

Dio, chi sei? Chi credi di essere? Cosa sono io per te? Ce lo chiediamo quando decidiamo di prendere tra le mani la nostra esistenza, trascinati come siamo tra sogno e realtà. Chi sono io, che mi scopro sempre più indecifrabile? C’è un nesso tra l’uomo che sono e Dio?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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