Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 19 Novembre 2022

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La legge del levirato (Dt 25, 5–10) serviva a conservare il nome del defunto in modo che non fosse cancellato in Israele. Si riteneva che una donna sterile portasse in sé la morte e non la vita, e non fosse in grado di realizzare la vocazione inscritta nel suo essere.

Conosciamo il dramma della sterilità nella Scrittura, che diventa invece lo spazio della vita grazie all’intervento di Dio (la stessa storia di Israele nasce dalla sterilità di Sara), ma possiamo ampliare l’orizzonte e affermare che, in fondo, la sterilità è il punto di partenza di ogni vita, perché la generazione umana non può dare una vita senza fine: questa è dono solo della grazia di Dio, frutto della Pasqua del Figlio.

Ed ecco che alla domanda insidiosa dei sadducei, Gesù risponde accostando alla morte parole di vita: resurrezione dai morti… non possono più morire… Dio non è dei morti, ma dei viventi. Non usa mai la parola morte da sola, in senso assoluto. No, la morte è relativa, è in relazione alla vita, e questa è vincente: il nostro è il Dio dei viventi, non dei morti, è il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, che ci parlano di una vita ricevuta e trasmessa contro la sterilità e la morte.

La vita è ricevuta e, proprio perché ricevuta, è trasmessa: la vita si conserva, cresce solo nella misura in cui si dà. Una vita che non si trasmette, che si trattiene, è una vita che si estingue, che si perde. Dare la vita. Gesù capovolge la prospettiva. Non un dare secondo le regole umane, non una vita che perdura se si trasmette nei figli, ma solo riponendo ogni fiducia nel Dio della vita, l’unico che è veramente il Vivente.

Ciò che ci definisce, che ci parla di eternità è la figliolanza divina che portiamo incisa nel nostro essere. Siamo figli della resurrezione, perché figli di Dio. È questo che ci definisce nel profondo, è questo il seme di eternità che portiamo nel cuore e che già oggi germoglia fin quando sarà nella pienezza del Regno.

Da una meditazione delle Clarisse di Monteluce, Perugia.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti di questo mese sono curati da Luisa Prodi