Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 1 Gennaio 2020

469

Medita

Il Messia atteso da secoli, il Salvatore, è un bambino appena nato costretto a giacere in una mangiatoia per le bestie di una stalla. Una follia. L’angelo annuncia questo a un gruppo di pastori al lavoro nel turno di notte, ultimi o quasi nella gerarchia sociale. Solo loro possono accogliere la pazzia di Dio. S’innesca un movimento di cambiamento: quello dell’angelo è l’annuncio di “una grande gioia”, i pastori vanno, senza indugio, né incredulità, raggiungono il luogo indicato; trovano la mangiatoia del Salvatore e lo vedono; poi riferiscono ciò che del bambino è stato detto loro. Infine tornano alla veglia di notte per fare la guardia al loro gregge. Ma la loro vita è cambiata per sempre. Grazie all’incontro con un Salvatore-bambino che si è fatto povero come loro, piccolo accanto alla loro esistenza semplice, per condividerla e riempirla di significato. Mentre sono in cammino lodano e glorificano Dio: l’annuncio di una pazza gioia incarnata in un bimbo che non ha neppure una culla è autentico. Si sono fidati dell’angelo, cioè di un messaggio divino, un’intuizione, una scommessa, un rischio da correre. Un altro messaggero indica il nome che sarà dato al bambino: Gesù, nome diffuso, lo stesso del patriarca Giosué, dal significato chiaro: “Il Signore salva”. Il Signore ci chiama, ci incontra e ci salva nella nostra vita di ogni giorno, l’unica che esiste. Quella semplice, bella ma anche caotica, deludente, dolorosa. Non dà spiegazioni il Dio-bambino. Dà se stesso perché vuole incontrarci.

Rifletti

Immagino di pregare, cercare il silenzio e rivolgermi a Gesù quando avrò tempo e sarà il momento migliore o lo cerco sempre, a prescindere dalla condizione in cui mi trovo? Di fronte ai poveri, ai piccoli come mi pongo? Li tratto come fratelli?

Prega

Signore, oggi celebriamo la Giornata della Pace.
Tu l’hai rivelata agli ultimi, ai deboli, ai piccoli,
nel mistero della tua incarnazione.
Essi sanno accogliere più facilmente il seme della Parola.
Donaci un cuore semplice, di carne, al posto del nostro cuore di pietra.
Solo così sapremo comprendere il valore della pace
come fraternità, giustizia e solidarietà.

Fonte: Ascolta e Medita – Dicembre 2019 curato da Tommaso Rizzo e Rebecca D’Andrea – Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi