Un ricco, senza nome, e un povero, Lazzaro ย (โEl azarโ significa โDio aiutaโ) sono posti uno di fronte allโaltro nella parabola di Luca. La parabola richiama ad aprire gli occhi e lasciarsi toccare dalla sofferenza dei poveri. Eโ anche proposta a praticare uno stile di vita in ascolto della Parola di Dio: essere discepoli di Gesรน richiede di liberarsi dalla ricchezza come dominio e dal senso di autosufficienza che essa porta nella vita. Se la ricchezza non รจ condivisa diventa fonte di ingiustizia e indurisce il cuore.
Allโinizio della parabola due quadri sono posti in parallelo: da un lato la vita del ricco spensierato e gaudente, nel lusso e nei piaceri. Alla porta di quella casa, fuori, sta un povero, Lazzaro accerchiato dai cani randagi. Il momento della morte porta ad un rovesciamento della situazione: Lazzaro รจ portato dagli angeli accanto ad Abramo mentre il ricco รจ immerso nei tormenti.
La parabola non intende essere un insegnamento su ciรฒ che vi sarร dopo la morte e su questo riprende motivi dellโimmaginario ebraico sullโaldilร : il seno di Abramo e una situazione di sofferenza e pena. Nel contrapporre la diversa situazione di Lazzaro e del ricco รจ forte il ย richiamo rivolto a coloro he ascoltano ad interrogarsi sulla responsabilitร nella loro vita, ad essere vigilanti nel presente.
Gesรน non condanna la ricchezza di per sรฉ e il suo agire รจ orientato ad eliminare le condizioni di povertร e miseria. Ma ha parole dure contro la spensieratezza e lโindifferenza di chi non si apre alla sofferenza degli altri e non vive la condivisione. Lโautentica felicitร non proviene dallโaccumulo dei beni, anzi questo genera ricchezza disonesta. Gesรน propone di cercare relazioni nuove di cura, di accoglienza, con gli altri, con Dio: i beni vanno usati quale strumento per rapporti nuovi di giustizia, di bene condiviso. Non si deve essere preoccupati dellโaccumulo diventando cosรฌ stolti (cfr. Lc.12,20) e ciechi di fronte allโindigenza e alla fatica di chi soffre. La presunzione e la superficialitร del ricco sono considerati da Luca come un ostacolo insormontabile a comprendere la via che Gesรน indica ai suoi. Luca indica la via della povertร quale scelta per seguire Gesรน.
La parabola continua in una seconda parte in cui vi รจ un dialogo. Il ricco tra i tormenti chiede ad Abramo di poter avvisare i suoi fratelli, perchรฉ non abbiano a subire la medesima sorte e Abramo risponde: โHanno Mosรจ e i profeti: li ascoltinoโฆ Se non ascoltano Mosรจ e i profeti, anche se uno risuscitasse dai morti non si lascerebbero convincereโ.
Sta qui il vertice dellโintera parabola: Mosรจ e i profeti indicano le Scritture. Abramo richiama ad un ascolto della Scrittura nella quotidianitร e uscendo dalla mentalitร del miracolo. Non รจ questione di miracoli sorprendenti e di invii celesti: cโรจ un ascolto della volontร di salvezza di Dio per tutti, della sua chiamata ad essere fratelli e sorelle, da attuare nel quotidiano. Solo lโascolto della Parola di Dio conduce a superare lโinsensibilitร e la chiusura generata dalle ricchezze. La vita cosรฌ puรฒ cambiare. La parabola non va intesa come espressione di un volto di Dio che condanna e punisce ma รจ parola aperta, provocazione ad aprire gli occhi superando indifferenza e distrazione verso chi soffre ed รจ talvolta vicino ma tenuto lontano, fuori della porta. Eโ sfida alla responsabilitร , a scoprire lโurgenza di agire con scelte di condivisione e solidarietร .ย
Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.



