don Lucio D’Abbraccio – Commento al Vangelo del 7 Agosto 2022

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Vegliate e tenetevi pronti!

ยซNon temere, piccolo greggeยป! Le parole di Gesรน con cui si apre il vangelo odierno, sono un invito alla fiducia. Oggi nel mondo cโ€™รจ tanta cattiveria, falsitร , egoismo, ipocrisia e, spesso, il vero cristiano รจ sfiduciato. Perรฒ, questa espressione del Signore significa: ยซState tranquilli, non spaventatevi, non vi amareggiate, fidatevi di Dio e certamente non ve ne pentirete perchรฉ lasciando tutto per Dio, facendo la sua volontร  e obbedendo ai suoi comandi, riceverete il centuplo e la vita eternaยป. E allora, anche quando la Chiesa รจ perseguitata, quando la fede รจ derisa, restiamo con Cristo e lasciamoci guidare da Lui. Pensiamo per un momento al martirio di santo Stefano: un giovane circondato dallโ€™odio di un tribunale, non si lascia piegare, intimorire. Egli sa quel che rischia. Egli vede i sassi giร  pronti per lโ€™esecuzione. Eppure รจ deciso e resta fedele a Cristo. Per lui la vita conta solo se vissuta per Cristo e quindi non esita a perderla perchรฉ sa che il Signore gli darร  in premio la vita eterna. Paolo vede, assiste e, certamente, disprezza Stefano. Ma un giorno Paolo scriverร : ยซRitengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimitร  della conoscenza di Cristo Gesรน, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristoยป (cf Fil 3, 8).

Il vero discepolo, dice Gesรน, รจ colui che non accumula tesori su questa terra: ยซVendete ciรฒ che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove il ladro non arriva e tarlo non consuma. Perchรฉ, dovโ€™รจ il vostro tesoro, lร  sarร  anche il vostro cuoreยป.

La vita รจ preziosa, si accorcia ogni giorno di piรน e, perciรฒ, non va sciupata, ma vissuta con la maggiore intensitร  possibile ricordandoci sempre che se Gesรน รจ il nostro vero tesoro, colui per il quale vale addirittura la pena di perdere la vita (cf Lc 9, 24), saremo anche capaci di orientare tutta lโ€™esistenza verso la sua venuta alla fine dei tempi. La veritร  piรน bella del cristianesimo รจ che la vita non รจ la festa, ma lโ€™attesa della festa. Noi cristiani siamo infatti per definizione coloro che vivono ยซcon sobrietร , con giustizia e con pietร , nellโ€™attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesรน Cristoยป (cf Tit 2, 13), ยซcoloro che hanno atteso con amore la sua manifestazioneยป (cf 2Tm 4, 8). Il brano del vangelo ci invita, inoltre, allโ€™attesa vigilante, per non essere impreparati quando il Signore viene a bussare alla nostra porta: ยซSiate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subitoยป. A questo mandato egli unisce una promessa: ยซBeati quei servi che il padrone al suo ritorno troverร  ancora svegli; in veritร  io vi dico, si stringerร  le vesti ai fianchi, li farร  mettere a tavola e passerร  a servirliยป. Per chi lo attende con perseveranza il Signore ripeterร  i gesti compiuti nellโ€™ultima cena, quando si รจ fatto servo dei suoi discepoli e ha detto loro: ยซChi รจ piรน grande, chi sta a tavola o chi serve? Non รจ forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serveยป (cf Lc 22, 27).

Sรฌ, dobbiamo sempre essere ben desti, perchรฉ il Signore Gesรน, il Figlio dellโ€™uomo, verrร  nellโ€™ora che non pensiamo, come un ladro nella notte; per chi avrร  saputo attenderlo โ€“ ยซe se, giungendo nel bel mezzo della notte o prima dellโ€™alba, li troverร  cosรฌ, beati loro!ยป โ€“ si compirร  allora la sua parola: ยซVoi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio lโ€™ha preparato per me, perchรฉ mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regnoยป (cf Lc 22 28-30).

Infine, sollecitato da Pietro: ยซSignore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?ยป, Gesรน trae alcune conseguenze delle sue parole per quanti nella comunitร  hanno responsabilitร  di guida, responsabilitร  ยซpastoraliยป. Gesรน, infatti, attraverso le sue parole che valgono per tutti, vuol far capire che il favoritismo appartiene alla terra e non al cielo. รˆ vero che tutti siamo invitati a vigilare, perรฒ รจ anche vero che il Signore, il ยซPastore supremoยป (cf 1Pt 5, 4), ha affidato ad alcuni il compito di essere amministratori fedeli e sapienti, incaricandoli di dare ยซla razione di cibo a tempo debitoยป ai con-servi. Ebbene costoro, cioรจ i pastori della chiesa, sappiano di essere chiamati a svolgere il loro ministero quali ยซservi di Cristo e amministratori dei misteri di Dioยป (cf 1Cor 4, 1). Se questi servi saranno trovati intenti al loro servizio ยซbeati loroยป, perchรฉ di percosse ne riceveranno poche; se invece, per lโ€™affievolirsi dellโ€™attesa del Signore, cederanno alla tentazione di spadroneggiare sul gregge loro affidato (cf 1Pt 5, 3), saranno puniti con severitร  poichรฉ non potranno dire di non essere stati avvertiti: ยซIl servo che, conoscendo la volontร  del padrone, non avrร  disposto o agito secondo la sua volontร , riceverร  molte percosseยป.

Il piccolo gregge della chiesa non deve temere nulla dallโ€™esterno: lโ€™unica minaccia seria puรฒ venirgli da se stesso, dalla sua incapacitร  di amare il Signore Gesรน e di tenersi pronto alla sua venuta nella gloria. รˆ questa attesa vigilante che dร  senso alla nostra vita e ispira il nostro comportamento quotidiano. Lo aveva ben capito san Basilio, il quale scriveva: ยซChe cosa รจ proprio del cristiano? Vigilare costantemente ed essere sempre pronto a compiere ciรฒ che รจ gradito a Dio, sapendo che nellโ€™ora che non pensiamo il Signore vieneยป.

Chiediamo a Dio Padre che arda nei nostri cuori la stessa fede che spinse Abramo a vivere sulla terra come pellegrino, e che non si spenga la nostra lampada, perchรฉ vigilanti nellโ€™attesa della sua ora siamo introdotti da lui nella patria eterna. Amen.

Fonte

Don Lucio D’Abbraccio

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