Il servo si sdebita per la generositร del padrone, che sceglie di estinguere il debito. Si ritrova, da uomo liberato, di fronte a un secondo servo cui aveva prestato denaro. Avrebbe potuto condonare, eppure sceglie la condanna: manda in prigione il debitore insolvente. Si sarebbe potuto voltare, avrebbe potuto volgere lo sguardo allโesperienza di essere liberato che lui aveva assaporato sentendone nelle proprie fibre la potenza, avrebbe potuto moltiplicare il condono condonando a propria volta. Si sarebbe potuto dedicare alla rilettura di quanto sperimentato.
Gli eventi che ho attraversato e che sembrano relegati nel dimenticatoio del passato possono essere recuperati mediante la rilettura, posso ritornare a quanto giร vissuto e lรฌ trovare una chiave ermeneutica nuova per il mio presente. Fare memoria di ciรฒ che ho giร compiuto o di ciรฒ che ho oramai subito puรฒ aprire le porte alla novitร .
Eppure il servo si decide altrimenti. Tutto questo viene riferito al padrone, e il servo, da uomo liberato, diventa uomo denudato di quanto possedeva e imprigionato. La condanna ricade su di lui. Viene riaffermato il circolo vizioso del debito e del debitore insolvente punitoโฆ La rilettura puรฒ forse infrangere il circolo introducendo la speranza di un seme nuovo da coltivare nel mio presente.
Carmine Carano SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato



