Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 4 Ottobre 2020

Come si edifica una casa? Qual è il punto più importante che non può essere trascurato? Sono gli angoli. Nei paesaggi cantieristici moderni, le travi in metallo o cemento armato tagliano nell’aria il profilo della casa che verrà. Nell’antichità, negli angoli venivano poste le pietre più importanti, quelle che avrebbero retto le tensioni dei muri della struttura da edificare. Gesù oggi parla di pietre, scartate e angolari, rifiutate e indispensabili.

La parola di Gesù a volte si fa tagliente e scabra e così le sue parabole non parlano più solo di piccoli gesti quotidiani e di elementi naturali che sono sotto gli occhi di tutti. Come accade in questo caso, Gesù dà voce all’invidia, alla bramosia, alla violenza, alla sopraffazione che vivono nel cuore dell’uomo.

La parabola è la storia della salvezza fino alla venuta del Figlio, raccontata nella vicenda di un uomo che si prende cura di una vigna, da cui attende ora di raccogliere i frutti. La raccolta non procede però come sperato e progettato. Gesù lascia che siano i suoi interlocutori a pronunciarsi: “Se voi foste al posto di quel padrone di casa, come reagireste?”. La logica della vendetta e della rappresaglia la fanno da padrona nella fantasia di scribi e farisei. “La storia ha conosciuto la parola della spada; ora che a noi è data in mano, non saremo da meno”, sembra che dicano.

La parola di Gesù è un’altra. Parla di sé, della sua persona come pietra scartata e già annuncia che il gesto del rifiuto sarà occasione di salvezza per tutti. Perché Lui è la pietra scartata, Lui il rigettato, il rifiutato. E in questa condizione, diviene la testata d’angolo di un nuovo futuro, di una differente logica, di un popolo che faccia, della fede nell’amore che Egli rivela con la sua vita e la sua morte, la roccia sulla quale edificare la propria vita.

Diego Mattei SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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