Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 18 Novembre 2020

Domenica scorsa abbiamo avuto modo di riflettere sul la parabola del “ servo fannullone “ tratta dal Vangelo di Matteo.

Oggi la liturgia ci presenta il brano nella versione di San Luca.

Cio’ ci dà l’occasione di soffermare la nostra attenzione su qualche altro aspetto.

“ Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi “.

E’ un versetto denso di significato.

E noi, cristiani del 2020, “ vogliamo “ che Cristo venga a regnare su di noi?

Penso che la risposta negativa sia evidente.

Il regno di Cristo è infatti fatto di servizio, pazienza, cura, umiltà, compassione, amore.

Penso proprio che siano valori del tutto antitetici a quelli proposti dalla nostra società, sempre più folle, come sta dimostrando l’attuale pandemia in cui, di fronte a milioni di morti, dobbiamo ancora sentirci le lamentele di chi è stato addirittura privato “ del diritto di andare al ristorante il Sabato “!!!

E’ la “ prova provata “ di un mondo malato in cui, come disse argutamente papa Francesco nel famoso discorso del 27 Marzo 2020 nella piazza San Pietro deserta, si pensa di poter vivere da “ sani “.

Oggi, quindi, il re della parabola sarebbe stato immediatamente ammazzato.

Altro che invio di “ delegazioni “!!!

Il problema sarebbe stato rimosso alla radice.

Non vogliamo il “ Regno di DIO “ perchè si contrappone al “ regno dell’IO “.

La pagina di oggi è allora un ulteriore invito alla conversione, perché dice all’uomo di tutti i tempi come andrà a finire: “ Quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli ed uccideteli dinanzi a me “.

“ Uccideteli dinanzi a me “.

Non è la frase di un Dio vendicativo.

Cristo ci sta semplicemente dicendo che se l’obiettivo della nostra vita terrena è stato quello di “ uccidere il padrone della vita “, abbiamo vissuto nelle tenebre e “ siamo stati uccisi “ dal male, dal demonio.

Il tutto “ dinanzi a lui “ che ha provato, inascoltato, a “ darci vita “.

“ Dette queste cose Gesu’ camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme “.

Fortissimo questo versetto finale.

Cristo, come sempre, è chiaro.

Oggi ci ha detto, ancora una volta, come finiremo se condurremo la nostra vita senza di lui.

Allo stesso tempo non ci nasconde che la strada del Regno è dura.

“ Salire verso Gerusalemme “ significa infatti andare incontro alla morte, alla crocifissione.

Ci dice però che se vogliamo incamminarci su quella via, che è l’unica che porta alla Salvezza, lui c’è e ci “ cammina davanti “, non si tira indietro.

Cosi’ come con la sua morte ha illuminato la Resurrezione, anche noi, se moriremo a noi stessi con lui, troveremo senso al nostro peregrinare e risorgeremo con lui.

Cristo “ mi cammina davanti “.

Voglio seguirlo?

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

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