Commento al Vangelo di domenica 1 Settembre 2019 – don Luciano Labanca

L’insegnamento che Gesù ci offre in questa domenica, prende spunto da una scena di vita vissuta: Egli è tra gli invitati ad un grande banchetto organizzato da uno dei capi dei farisei. Tutti lo fissano, intanto Egli nota come gli inviati si accalchino per guadagnare le posizioni migliori. Gesù ne approfitta per proporre la via dell’umiltà.

Il Maestro, al contrario di come agiscono i più, invita a disertare i primi posti e a scegliere gli ultimi. Se dalla scena del banchetto ci spostassimo a guardare l’attuale società, vedremmo tanta gente lottare affannosamente, soffrire, frustrarsi, per raggiungere i primi posti. Ciò accade in molti modi: assolutizzando il potere, la ricchezza, il benessere, il lavoro, l’apparenza, il successo, il piacere. Oggi, e tristemente stiamo trasmettendo questi disvalori anche alle nuove generazioni, nella nostra società non sembra esserci spazio per i secondi posti: o protagonisti, o nessuno! Se non sei bello, intelligente, spigliato, furbo, capace, la società non ti apprezza.

La logica del Vangelo che Gesù ci ricorda è esattamente opposta. Non si tratta di un insegnamento moralistico, o come ha detto qualcuno della “morale del risentimento”, di chi frustrato dalla sua “inferiorità”, desidera giustificare la propria condizione, biasimando quella degli altri. Al contrario, questa è la strada maestra del Regno di Dio, quella della santità e della gloria vera. L’insegnamento di Gesù sull’umiltà, dunque, non è qualcosa di esterno a Lui, ma è qualcosa che Egli ha vissuto fino in fondo. Lui stesso ha detto: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire” (cfr. Lc 10,45) e lo stesso San Paolo, nell’Inno della lettera ai Filippesi, ci ricorda: “Cristo Gesù, pur essendo di natura divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte” (Fil 2,4-8).

Con la sua Pasqua, Cristo ci insegna che la strada dell’esaltazione è quella della Croce, la vera ora della gloria. Allora, senza una vera e profonda umiltà, che consiste nel porsi davanti a Dio per quello che si è veramente, senza mistificarsi, gonfiandosi da una parte, o buttandosi troppo giù dall’altra, non può esserci alcuna vita spirituale. Scrive Sant’Agostino: “La via per giungere alla Verità, in primo luogo, è l’Umiltà; in secondo luogo, l’Umiltà; in terzo luogo, l’Umiltà; e se mi interrogate ancora, ad ogni domanda risponderò sempre: l’Umiltà…

Che ne ricaveremo noi di tutto il bene che avremo fatto, se la superbia riesce a rapircelo, insinuandovi la sua compiacenza? Gli altri vizi sono da temersi perché ci fanno commettere tante violazioni della legge, ma la superbia è da temersi persino nella virtù, onde ciò che vi è lodevole in noi non sia perduto per il piacere di esserne lodati” (Sant’Agostino, Epistula CXVIII). Un altro elemento che Gesù sottolinea nel brano di questa domenica, è quello della gratuità: un’altra grande assente nella mentalità dominante della nostra società. Di fronte ad azioni gratuite, che non prevedono il contraccambio, molti chiedono: “Ma chi te lo fa fare?”.

La nostra risposta dovrebbe essere semplice quanto immediata: “L’amore”. La tentazione del “tornaconto” e dell’agire interessato è sempre presente nella vita dell’uomo, non necessariamente per perseguire fini materiali, quanto a volte quelli più sottili della stima e dell’apprezzamento altrui. Gesù, oggi, ci invita a smascherare questi due grandi nemici della nostra vita spirituale, la superbia e l’interesse, la cui presenza molto spesso diventa causa di sofferenza e dolore per noi e per gli altri. Egli, con la sua massima rivelazione nel mistero pasquale, ci insegna a vivere sempre un’umile gratuità, che oltre a farci sentire liberi interiormente, contribuisce a rendere veramente più umana e fraterna la costellazione delle nostre relazioni interpersonali.

Fonte – il blog di don Luciano

Letture della
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Dal libro del Siràcide
Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]

Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
 
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
 
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 67 (68)

R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome. R.
 
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R.
 
Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. R.

Seconda Lettura

Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,18-19.22-24a

 
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
 
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

Parola di Dio

Vangelo

Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Parola del Signore

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