Commento al Vangelo del 28 novembre 2017 – don Mauro Leonardi

Un profeta non parla di Gesù, non evoca segni più o meno mirabolanti, soprattutto non dice: “Sono io!” Un profeta sa di doversi fare deserto per essere solo voce, per indicare il Figlio dell’uomo, per offrire solo segni di salvezza piccoli come l’immersione nel Giordano. Annunciando così che solo uno, Gesù Cristo, può dare il battesimo in Spirito Santo e fuoco.

Poesia

Amore mio.
Sta crollando tutto.
La mia vita.
Amore mio.
Ogni pietra si fa macerie.
Ogni mio giorno.
Amore mio.
Guardo le cose belle della mia vita.
Che cadono.
Che rotolano.
Amore mio.
Guardo passare ogni mio giorno.
E riempirsi di polvere.
Crollare.
Amore mio.
Ti aspetto.
Qui.
Seduta tra le pietre della mia vita.
Tra la polvere dei miei giorni.
Ti aspetto.
Ho un po’ paura.
Ma so che stai arrivando.
So che ci sei.
E sento tanta dolcezza.
Tanto amore.
Fai presto?
Grazie amore mio.

Ci sono momenti.
Ci sono giorni .
In cui tutto crolla.
Crollano le cose belle.
Rotolano via i progetti.
Si frantumano le promesse.
Di tutta una vita.
Rimane il rumore, la polvere, le macerie.
E tutto traballa.
E tutto spaventa.
Nessuna domanda è quella giusta.
Perché non c’è risposta.
C’è da fermarsi.
C’è da ascoltarsi.
Da ascoltare quel silenzio, quel vuoto.
Che è diventata la mia vita.
E aspettare te.
La tua parola.
La tua carne.
A riempire.
A colmare.

È vero.
Tanti mi hanno detto.
Sono io!
Ma poi lasciavano altre materie.
Sono io!
Ma poi iniziavano nuove guerre.
Sono io!
Ma mi facevano stare male.
Tantissimo.
Sono io!
Ma mi tremava la terra sotto i piedi.
Sono io!
Ma avevo sempre più fame.
E io pensavo a te.
Che bastava dicessi il mio nome.
E tutto si aggiustava.
E io pensavo a te.
Che bastava dicevi Vieni.
Ed ero in pace. Era la pace.
E io pensavo a te.
Che bastava dicessi Arrivo.
E stavo bene. Subito
E io pensavo a te.
Che bastava un abbracciarsi.
E il mondo si fermava.
E la fame passava.
Tutta.
Ogni fame passata.
Sempre.
E io dicevo.
No.
No.
Non siete voi.
Io aspetto lui.
Io aspetto lui.

C’è un momento.
Che tutto quello che ho costruito.
Crolla.
C’è un momento.
Che tutta la pace che ho fatto.
Finisce.
C’è un momento.
Che tutto il mio corpo che ho saziato.
Ha fame.
E di me.
Di me.
Rimani tu.
Mia casa.
Mia pace.
Mia carne, mio pane.
Mio amore.
Vita mia.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 21, 5-11
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.

Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù

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