Debiti e crediti. Dโamore.
Rancore e ira sono cose orribili,
e il peccatore le porta dentro, scrive Ben Sirach bella prima lettura di oggi.
Il discepolo, invece, decide di spostarle fuori, di riconoscerle come evoluzione malata della rabbia che tutti portiamo nel cuore, dellโaggressivitร che fa muovere il mondo ma che, se non orientata a costruire, distrugge.
Zelo e passione che danno forza vivificante, determinante, essenziale (Gesรน stesso ha avuto, documentato, un travolgente scatto dโira nel tempio) irrancidiscono e diventano distruttive, degenerando nel rancore, nel vittimismo, nellโinvidia, se non orientate e rendente.
E rabbiosi paiono questi tempi, in cui la situazione sociale problematica evidenziatasi a causa della pandemia e dalla guerra in Ucraina, fa emergere i mostri che portiamo in noi. In tutti noi.
Basta leggere i commenti sui social, e lโesasperazione delle opinioni, dalla politica allo sport (e, purtroppo, alla Chiesa), basta accorgersi della progressiva degenerazione dei comportamenti.
In me abitano luce e tenebre, un โmeโ che costruisce e uno che distrugge. Una sorta di rissoso parlamento interiore in cui devo alla fine decidere a chi dare la maggioranza.
Essere discepoli non cambia questo dato di partenza. Illudersi di mettere a tacere la minoranza rancorosa o, peggio, ammantarla di buoni propositi, ci impedisce di affrontare da adulti la questione.
Sรฌ, cโรจ rabbia in me. Un โmeโ che si sente vittima di ingiustizia.
Un โmeโ che fatica a sopportare chi non la pensa come me, chi mi critica. Anche se sono discepolo, o prete, o suora, o vescovo.
Eppure, come ci ricorda Paolo scrivendo ai Romani, tutto quello che siamo appartiene a quel Signore fuoco divorante che vogliamo seguire.
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Allora parliamo di perdono, unico modo di superare ogni rabbia.
Sempre
Storicamente, nella Bibbia, il grido orribile di Lamech, figlio di Caino, che minaccia di uccidere settanta volte sette per uno screzio (Gn 4), รจ attenuato dalla legge del taglione che pone almeno un freno alla rabbia, introducendo un criterio di proporzionalitร nella vendetta: occhio per occhio, dente per dente. Nel Pentateuco giร troviamo qualche accenno alla misericordia, sempre perรฒ limitata ai fratelli di fede.
Al tempo di Gesรน i rabbini suggerivano di perdonare fino a tre volte un torto subito, per manifestare clemenza. Pietro, nel vangelo di oggi, vuole esagerare, proponendo di perdonare fino a sette volte.
Tenero.
Sette volte. Come se il vostro amico che avete appena perdonato per avere sparlato male di voi, tornasse dopo dieci minuti e vi dicesse di avere nuovamente sparlato di voi. Lo perdonate?
E Gesรน rilancia: settanta volte sette, cioรจ sempre. Siamo chiamati a perdonare sempre.
A perdonare a noi stessi, anzitutto, e a chi ci fa del torto. Sempre.
Perchรฉ?
Da giudice ad imputato
Perchรฉ noi per primi siamo perdonati e con una tale larghezza e generositร che non possiamo che perdonare.
Il piccolo credito che abbiamo verso i fratelli non รจ nulla rispetto al debito mostruoso che abbiamo contratto verso Dio. E che egli ha cancellato. E di cui non tiene veramente conto.
Il debito del servo รจ volutamente assurdo: un talento equivale a trentasei chili dโoro. Diecimila talenti รจ una cifra inimmaginabile. Il Prodotto Interno Lordo di una nazione come lโItalia. Mai e poi mai sarebbe stato saldato. Eppure quel debito viene condonato, non il debito dellโaltro servo che, pur dovendo una cifra consistente al collega, circa duecento giornate lavorative, non ha di che pagare.
La reazione del padrone รจ feroce: sei chiamato a perdonare perchรฉ ti รจ stato condonato molto di piรน.
Ecco la ragione del perdono cristiano: perdono chi mi ha offeso perchรฉ io per primo sono un perdonato.
Non perdono perchรฉ lโaltro migliori, o si converta, o si intenerisca.
A volte lโaltro non sa nemmeno di essere stato perdonato e puรฒ disprezzare il mio gesto.
Non perdono perchรฉ lโaltro cambi, ma perchรฉ io ho urgente bisogno di cambiare!
Il perdono mi รจ necessario. Voglio perdonare e vivere da riconciliato.
Voglio superare rabbia e vittimismo. Voglio dialogare, accogliere, ascoltare. Voglio accogliere in me ogn aspetto, anche quello dellโirruenza, dello zelo a volte eccessivo, ma cerco (la vita รจ fatta di tentativi! Anche la vita spirituale) di orientarla verso qualcosa che costruisce, non che distrugge.
Il perdono mi situa in una posizione nuova, diversa, mi rende simile a quel Dio che fa piovere sopra i giusti e gli ingiusti.
Consigli
Non perdoniamo perchรฉ siamo migliori e il perdono non รจ unโamnesia.
Dire perdono ma non dimentico fa sorridere. Perdono perchรฉ scelgo di perdonare, perchรฉ voglio perdonare. Vederti mi riapre le ferite, sto male come un cane, ma ho scelto la strada della libertร .
Per molte persone che hanno avuto la vita rovinata dalla superficialitร e dalla cattiveria altrui รจ giร un grosso risultato non augurare la morte, ma la conversione di chi mi ha ferito.
Ti perdono e prego che tu ti penta del male che mi hai fatto.
Non aspettiamo mai il perdono perfetto, quello angelico, straordinario.
Perdoniamo come riusciamo, al meglio delle nostre capacitร e delle nostre forze.
Perdoniamo perchรฉ siamo perdonati, perchรฉ il perdono ci rende straordinariamente liberi.
E se lโaltro considera il perdono una debolezza? ร un rischio da correre, รจ un rischio che Gesรน ha corso, perdonando i suoi assassini dalla croce. E, pure, io credo, noi crediamo, che quel paradosso smuove i cuori. Non tutti, forse, ma li smuove.
Figli del perdono
Quanto รจ adulto e virile il perdono!
Quanto รจ forte e deciso!
Quanto รจ eroico e umano!
Abbiamo bisogno di donare e ricevere il perdono, di vivere da figli della riconciliazione.
Di accettare il perdono degli altri, senza rivendicazioni e ripicche.
Di chiedere perdono, ammettendo il nostro limite. Soprattutto ora. Soprattutto oggi in cui sembra che ogni remora cada, che ogni violenza personale e collettiva trovi una giustificazione.
Le famiglie, le societร , la Chiesa cambierebbero volto se vivessimo meglio il perdono!
Come ha intuito il grande Giovanni Paolo, riprendendo e ampliando Isaia: non cโรจ pace senza giustizia.
Ma non cโรจ giustizia senza perdono.
Non sono capace, dai. Manco riesco a salutare il vicino di casa antipatico, altro che perdonare chi mi ha fatto del male!
ร vero, se รจ uno sforzo. ร possibile se รจ, nuovamente, il perdono che ho ricevuto da Dio e che deborda dal mio cuore fino a raggiungere gli altri.
Sappiatevi amati. Ancora.
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