Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 7 Maggio 2022

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L’aria, ora, è greve. La tensione è alle stelle: Gesù ha detto quella cosa del cibarsi di lui, ha chiarito il suo modo di pensare e i discepoli, dopo la resurrezione, vi leggono un riferimento alla follia dell’eucarestia. Tutti sono perplessi: chi si crede di essere questo scappato di casa? e fra molti discepoli, non curiosi, discepoli, serpeggia il malumore.

Sono parole davvero troppo impegnative! E se ne vanno. Succede anche a me, sinceramente: quando Gesù dice cose troppo forti me ne vorrei andare. E Gesù, grande Gesù, immenso Maestro non chiede loro di rimanere. Si volge verso gli apostoli, discepoli della prima ora, e, con disarmante sincerità, li invita: volete andarvene anche voi?

Come a dire: andate pure, se credete, non cambierò idea, non attenuerò le mie parole. Gesù tiene più alla sua idea del Padre che al consenso. E Pietro, a nome di tutti, a nome mio, gli risponde: dove vuoi che andiamo, Signore? Ci hai riempito la vita, ci hai colmato il cuore, ci hai sedotti…