HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 15 Febbraio 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 15 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 9, 22-25

Il cammino di quaresima che abbiamo appena iniziato vuole portarci all’essenziale della nostra vita e della nostra fede.

Ogni anno ci viene dato un periodo di quaranta giorni, un allenamento, un’ascesi, affinché la nostra anima abbia il tempo di raggiungere la nostra vita, perché possiamo seriamente fermarci, fare argine delle troppe cose che ci stanno accanto, per capire dove siamo finiti, in che direzione stiamo andando, se davvero il Vangelo è ancora il metro e lo strumento della nostra vita.

E oggi Gesù riporta una frase che, secondo i biblisti, è una delle più importanti nella predicazione di Gesù, è una di quelle più ripetute, chi perde la propria vita, chi la dona, la trova, la salva, perché tutta l’azione di Gesù e le sue parole si traducono in questa azione: donare, donarsi, spendersi, dividersi, farsi regalo.

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Di questi tempi non va tanto di moda donare se stessi, attenti come siamo ad avere un qualche tornaconto, una qualche ragione per fare qualunque azione, non siamo proprio così generosi e votati agli altri: in fondo pensiamo che, se facciamo un’azione, dobbiamo avere qualcosa in cambio…

Siamo invitati, invece, a donare noi stessi gratuitamente, a spenderci, ad amare, senza aspettarci un tornaconto, perché così ha fatto il Signore. E in questa prospettiva, allora, capiamo l’imbarazzante invito a prendere la croce che non significa sopportare la sofferenza ma imitare il Maestro Gesù, disposto a morire pur di non rinnegare l’annuncio del vero volto di Dio Padre.

Così per noi: diventare discepoli, seguire passo passo le orme di Gesù significa donare la propria vita per amore, con l’amore che abbiamo ricevuto e che trabocca dal nostro cuore, disposti a donare anche la vita per manifestare la tenerezza di Dio nostra luce.

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La croce, dopo Gesù, non è più strumento di tortura e non indica il dolore, ma la misura dell’amore di Dio per ciascuno di noi. Dio non manda le croci per metterci alla prova (perché dovrebbe?) ma fa diventare uno strumento di morte una manifestazione di vita nuova fondata sul dono di sé.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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