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Sr. Palmarita Guida – Commento al Vangelo del 18 Luglio 2020

Gesu viene perseguitato dai Farisei che ormai non lo tollerano più e fugge via da loro. Continua la sua missione di taumaturgo, di Liberatore, di Salvatore… ma ci tiene a che la sua missione non venga fraintesa.

Ecco perché chiede di non divulgare quello che lui fa: non vuole essere considerato un Messia politico ma vuole rispondere quell’immagine che Isaia aveva dato di Lui già 700 anni prima della sua venuta: è un Messia mite che cerca vita e dona vita anche quando sembra che la vita non ci sia più. È la vita stessa che ha preso carne in Gesù. Oggi fraintendiamo tutto ciò che avviene.

I  media sono il porta parola della confusione, del fraintendimento… uno stesso fatto viene riportato in maniera completamente diversa a seconda di come viene guardato, osservato da chi scrive o da chi detiene il potere massmediale, per cui è difficile comprendere sempre dov’ è la verità. Gesu invece ci tiene a far capire la verità su di sé. E questa pagina ci aiuta a comprendere che dobbiamo sempre fare verità su noi stessi e sugli altri, sugli avvenimenti… e la verità è in rapporto alla nostra missione di cristiani per chi crede, o di semplici creature umane ma piene di umanità per chi non crede.

Ricercare la verità di sé, una verità che dona vita a se stessi e agli altri: questa è la missione dell’umanità e in più la missione di ogni cristiano. Solo così si è à servizio di Dio. Del suo Regno, dell’umanità intera. La verità ci rende  Giustizia nella nostra identità:siamo servi del disegno d’amore del Padre. Nulla di più.


A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade 


don Claudio Doglio – Commento al Vangelo del 19 Luglio 2020

Per parlare del Regno di Dio Gesù avrebbe potuto scegliere I ‘immagine di un maestoso cedro del Libano, invece preferisce parlare di senape che rimane pur sempre un ortaggio: ciò che gli interessa è la straordinarietà della crescita a partire dal piccolissimo inizio, nonché la grandiosa pazienza che caratterizza il saggio agricoltore.

Dopo la parabola del seminatore troviamo tre <<parabole della crescita», che presentano il mistero del Regno con fenomeni naturali di crescita; ma l’elemento che caratterizza le parabole di questa domenica è il contrasto.

La parabola della zizzania seminata in mezzo al buon grano indica la presenza di ostacoli nella crescita della Parola di Dio e precisa che il comportamento da tenere in questo caso è la pazienza: la separazione finale è chiaramente annunciata, ma il giudizio decisivo sarà opera esclusiva di Dio; l’attenzione posta sul presente invita noi (servitori) a riconoscere e accogliere la presenza umile di Gesù, confidando cpn pazienza nella sua capacità di realizzare il progetto.

La Chiesa infatti continua a sentire come uno scandalo la presenza al suo interno di buoni e di cattivi e corre sempre il rischio di un integralismo fanatico o di un qualunquismo disimpegnato: a questa precisa situazione rispondono le immagini paraboliche, che rivelano ai discepoli il progetto e lo stile di Dio. Stare con Gesù significa farsi spiegare le sue parole: il maestro interiore opera anche con noi, per farci crescere nell’autentica amicizia con lui.

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AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
CANALE YOUTUBE:
https://www.youtube.com/channel/UC9kj3PYl2Hx9yOaPWxJQozw

mons. Giuseppe Zenti – Commento al Vangelo di domenica 19 Luglio 2020

Il commento al Vangelo di domenica 19 Luglio 2020, a cura di monsignor Giuseppe Zenti, Vescovo di Verona.

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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 18 Luglio 2020

Disturba, Gesù, è insostenibile la sua bontà, destabilizzante la sua predicazione. Davanti alla profezia non si scende a compromessi: o ci si converte, o la si uccide.

Così deliberano i farisei, i “puri” di Israele, coloro che con zelo vivono la totalità della Legge. Poco importa se uccidendo un uomo trasgrediscono totalmente la Legge che pretendono di osservare: quando la mente è accecata dall’odio non coglie nemmeno le proprie contraddizioni.

Quante volte, nella storia, anche nella storia della Chiesa, si è ucciso pensando di difendere Dio! Eppure Gesù, davanti a tale violenza, non arringa le folle, non scatena una rivoluzione: fugge, continuando imperterrito nella sua missione, guarendo e sanando. Fa bene Matteo a ricordare la profezia di Isaia: Gesù decide di non spegnere la fiamma smorta, di non spezzare la canna incrinata.

Ricordiamocelo quando pensiamo di rendere onore a Dio mettendo i paletti per scuotere coloro che pensiamo essere poco credenti, quando mettiamo le questioni di principio e di coerenza al di sopra del Vangelo! Diceva benissimo il grande san Francesco di Sales: si prendono più mosche con una sola goccia di miele che non con un barile di aceto…

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don Mauro Pozzi – Commento al Vangelo di domenica 19 Luglio 2020

Il commento al Vangelo di domenica 19 Luglio 2020, a cura di don Mauro

 Il Regno cresce nel mondo e non è esente dagli scandali che ne fanno parte. Sta a noi farlo crescere con scelte di vita coerenti.

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LIBERTÁ

Gesù continua a parlare del Regno servendosi delle parabole in modo che il messaggio arrivi a chi è disposto ad accoglierlo. Il Regno di Dio si realizzerà pienamente alla fine dei tempi, tuttavia si sta già sviluppando. La sua caratteristica principale è che comincia da un’origine molto piccola. La storia della chiesa ce lo dimostra. Gesù è nato in Palestina, una regione periferica e minuscola del grande impero romano, da un popolo chiuso e altrettanto piccolo. Non era della tribù sacerdotale, non aveva titoli accademici e si circondava di gente povera e senza cultura.

È la fotografia del granellino di senapa, che sembra insignificante, ma che dà origine a un albero più grande degli altri legumi. Infatti da quelle povere premesse è nato il cristianesimo che da nemico dell’impero ne è diventato la religione ufficiale ed è sopravvissuto a tutti i cambiamenti politici e le rivoluzioni fino ad oggi. L’immagine della cattolicità, cioè dell’universalità della chiesa, ce la offre la varietà delle provenienze dei pellegrini che affollano le celebrazioni del Papa a Roma. Nessuna religione ha questa dimensione universale. È davvero un grande albero. La seconda immagine che il Maestro dà è quella del lievito. Per far fermentare un chilo di farina bastano pochi grammi di lievito. Ancora l’accento è sulla piccolezza, ma con una sfumatura diversa. La presenza anche larvata del Regno produce grandi effetti. Lo vediamo ad esempio nella vita dei santi. San Francesco, il poverello di Assisi, ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’umanità, non solo in quella italiana. Senza ricchezza né forza ha conquistato milioni di giovani di tutte le epoche ed è stato senza dubbio lievito di una spiritualità che dopo secoli ancora affascina e converte.

Il Regno dunque c’è, si sviluppa, ma non è definitivamente affermato. Cresce insieme alla zizzania. Il Signore ci mette in guardia da pericolose disillusioni. Il fatto che a fronte di tanti aspetti positivi ci siano delle evidenti zone d’ombra non ci deve spaventare. Fin dall’inizio questo è apparso chiaramente, se già tra i dodici apostoli c’era un traditore. Purtroppo anche oggi non mancano gli scandali nella chiesa. Il Signore lo sa e lo permette perché rispetta la nostra libertà. Nessuno è obbligato a credere. Il Regno non si impone, ma si propone. I segni della sua presenza sono evidenti, ma c’è anche lo spazio per chi non li vuole vedere. Quasi tutti siamo stati battezzati da bambini, ma tutti siamo qui per libera scelta e dobbiamo confermare ogni giorno, e con coraggio, il nostro sì.


AUTORE: don Mauro Pozzi
FONTE: email
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don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 18 Luglio 2020

Il cammino del Vangelo: azione di Dio, reazione del discepolo, narrazione del testimone

Sabato della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

C’è chi, come i farisei, rifiutando l’invito di Gesù alla conversione, prendono le distanze da lui e chi invece lo ascolta e lo segue. I primi, refrattari alla voce di Dio che parla attraverso i profeti ma che presumono di essere gli interpreti fedeli della legge, condannano persone senza colpa, i secondi, riconoscendo di aver bisogno di salvezza, si lasciano guarire da Gesù.

Gesù non crea partiti che si contrappongono l’uno all’altro; infatti, per non essere motivo di scandalo e di ulteriore divisione, preferisce allontanarsi. Chi sceglie di seguire Gesù opta per un cammino di conversione in cui inizia a sperimentare la guarigione interiore. Si tratta del cambiamento del modo di pensare e di conseguenza anche di agire. I tempi della conversione sono lunghi e chi sceglie di seguire Gesù sperimenta da subito la consolazione del cuore. Istintivamente si sarebbe portati a passare subito alla fase del fare, del testimoniare, del raccontare agli altri quello che di bello si è sperimentato e si sta vivendo. Gesù sembra frenare questo iniziale entusiasmo per riportare i discepoli nel solco dell’azione pedagogica di Dio che alle parole preferisce l’eloquenza silenziosa delle opere di misericordia. 

Nel cammino di conversione il primato spetta all’azione di Dio a cui segue la reazione dell’uomo e infine la sua narrazione. Vana e controproducente sarebbe quella predicazione che non nasce dalla relazione con Dio che, usando misericordia, ci guarisce e dalla relazione fraterna intessuta di misericordia donata reciprocamente. 

Senza l’esperienza della misericordia, ricevuta e offerta, la cui caratteristica è la discrezione e l’intimità, la predicazione si trasforma in provocazione moralistica che, invece di favorire la comunione, crea divisione e contrapposizione. Se il cammino di conversione è seguito fedelmente dietro Gesù, senza fughe in avanti che finiscono inevitabilmente per causare rovinose cadute con annesse battute d’arresto, la narrazione non sarà fatta tanto di parole come se fosse una cronaca, ma sarà offerta mediante le opere di carità attraverso le quali l’azione misericordiosa di Dio diventa attuale anche per i lontani, come i raggi del sole lambiscono anche le terre più remote.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore.


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 18 Luglio 2020 – Mt 12, 14-21

Credo che oggi sia utile rallentare il passo del Vangelo e fermarci su ogni dettaglio iniziale. <<I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là>>.

Siamo troppo spesso abituati a credere che Gesù riscuota solo successi, ma la verità è che la prima reazione al suo messaggio è il rifiuto. E lo è per un motivo molto semplice: vivere secondo la visuale del Vangelo comporta la messa in discussione di tutti quegli equilibri precari che ci siamo costruiti negli anni, e che magari non ci rendono felici ma che almeno ci aiutano a restare a galla.

Gesù mettendo in discussione l’attaccamento a schemi e regole fisse, destabilizza la nostra sopravvivenza precaria. Ma chi si lascia mettere in discussione da lui trova un equilibrio più profondo e più decisivo. Di certo però egli non si impone, ma si propone alla nostra libertà, per questo davanti al rischio di essere ucciso egli va via.

<<Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo>>. Ma chi lo prende sul serio si ritrova guarito. È la guarigione della sequela. Questa parola non molto usata sta a significare la capacità di camminare dietro a qualcuno, riconoscendone l’autorevolezza.

Il Vangelo sembra suggerirci due immagini: la prima è la fede come cammino e non come semplice convinzione; la seconda è la guarigione che da essa scaturisce che non può restare nascosta nel semplice cuore di chi l’ha ricevuta. Il cammino ci ricorda la gradualità, il bisogno di darsi del tempo, il saper pazientare per imparare a vivere secondo ciò che Gesù insegna.

La guarigione non ci fa perdere di vista il fatto che la fede non è una gara con noi stessi in cui cerchiamo di dimostrare la nostra bravura, ma una guarigione che ci cambia essenzialmente nella parte più decisiva della nostra vita. Infatti dall’incontro con Gesù la vita torna ad essere veramente viva. La grande domanda però è: si può obbedire al suo comando di non dire niente a nessuno? In realtà no.

È questa la radice dell’evangelizzazione.

don Alessandro Dehò – Poesia al Vangelo del 19 Luglio 2020

Come fosse grano

Come fosse grano

E così mi dici ancora che la vita è seme buono seminato nel campo del tempo.

Ma io non ci credo più

al tuo Regno

e mastico anche io la maliziosa

domanda

accusa: sei tu che ci hai seminato in vita!

E ti chiedo conto

di questo vivere gramigna.

Sei tu l’onnipotente contadino,

tuo il campo,

tuo il seme

tua ogni cosa,

sei tu

mio amato colpevole,

seducente amico,

fallimentare contadino dei miei giorni.

Silenzio.

mentre cresce,

l’onda zizzania

e il grano spinge comunque,

mentre toglie il respiro

e non si ferma la mia fame di vita

il mio non voler credere che il Regno

sia solo un complotto degli dei.

Silenzio.

E non dire che non vuoi,

non sarebbe più onesto dire che non puoi?

Silenzio

che fa crescere la vita così come viene

io e te occhi negli occhi

e una lacrima increspata sul ciglio

della compassione.

Ma nessuno Signore

sa, e nemmeno io ancora,

di quando tu ti chini sulla mia storia.

E io sono il primo assente

a una consapevolezza troppo dolorosa.

Nessuno sa

la dolcezza con cui mi vedi,

presenza notturna ai miei giorni,

a seminar zizzania nella mia di vita

con una chirurgica perversa vocazione,

forse per abitudini antiche

forse per quella solita paura di godere.

Eppure tu come madre apprensiva sempre pronto a scusarmi.

Nessuno sa

nemmeno io

nessuno vede

nemmeno io

che fingi per amore nostro

e rinneghi ogni sapienza agricola

leghi la zizzania in fasci

come fosse grano

e nessuno sa che lo fai per amore

per sederti con me

tuo nemico notturno

per ringraziarmi del grano

per godere di un raccolto

mentre alle spalle un fuoco

zizzania illumina la notte.


AUTORE: don Alessandro Dehò
FONTE: Sito personale
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don Lucio D’Abbraccio – Commento al Vangelo del 19 Luglio 2020

Impariamo ad essere grano buono

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Don Lucio D’Abbraccio

Di don Lucio, puoi acquistare:

p. Arturo MCCJ – Commento al Vangelo del 17 Luglio 2020

Nel vangelo di oggi vediamo da vicino molti conflitti tra Gesù e le autorità religiose dell’epoca. In termini odierni, sarebbero conflitti riguardanti per esempio, il matrimonio tra persone divorziate, l’accoglienza degli omosessuali, la comunione senza sposarsi in chiesa, ecc.

Vivere la vita senza conflitto è impossibile! Il conflitto fa parte della vita e spunta fin dalla nascita. I conflitti non sono incidenti lungo il percorso, ma fanno parte del cammino, del processo di conversione.

Ciò che colpisce è il modo in cui Gesù affronta i conflitti. Gesù cerca di far prevalere la misericordia sull’osservanza cieca delle norme e della legge che non avevano nulla a che vedere con l’obiettivo della Legge che è la pratica dell’amore.


Fonte: Telegram

Il canale Telegram “Vedi, Ascolta, VIVI il Vangelo”.

Un luogo dove ascoltare ed approfondire la Parola con l’apporto di P. Arturo, missionario comboniano ?? ???????????, teologo biblista. Se vuoi comunicarti con loro, scrivici a paturodavar @ gmail.com BUON CAMMINO!!!

https://t.me/parolaviva

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