mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 28 Agosto 2022

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L’ultimo posto

“Scegli sempre l’ultimo posto e nessuno te lo prenderà”, consigliava l’abbe’ Huvelin al suo figlio spirituale, san Charles de Foucauld. E’ quanto ci dice il Signore oggi nella sua Parola, spiegandosi con esempi evidenti ma non immediati, riferendosi alla vita in cui vige la pratica dell’assalto ai primi posti.

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Il tema portato al centro di attenzione è l’umiltà. La prima lezione ci viene dalla Madonna che canta: “ha guardato all’umiltà della sua serva, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore ad ha innalzato gli umili”. La Parola di oggi si apre con questa affermazione “figlio, compi tutte le cose con umiltà. La condizione dell’orgoglioso è senza rimedio, perché l’origine del male è in lui”.

Stupisce questa esaltazione dell’umiltà proprio nel tempo in cui si esalta l’uomo e si rivendica, giustamente, la sua dignità. Gli illuministi ci hanno insegnato che l’uomo con la sua intelligenza è e può tutto e che al contrario la presenza di Dio umilia l’uomo. Quando arriva Dio sparisce l’uomo.

Chi parla così ha perso il senso della misura: Dio è tutto e l’uomo è una sua creatura. Tutto è dono di Dio, a cominciare dalla vita. Lui solo, anziché umiliare, innalza l’uomo e lo esalta perché l’uomo vivente è la gloria di Dio. L’umiltà è quindi problema di verità. Ecco perché chi si esalta sarà umiliato e che si umilia sarà esaltato, perché deve ritornare alla verità. E’ lacrimevole vedere i filmati che ci ripresentano i vari padreterni della storia che hanno seminato il mondo di lacrime e sangue. Il loro atteggiamento tronfio e vuoto, con cui addirittura hanno sedotto i semplici, oggi può far parte del carnevale come sfilata dell’orgoglio e della stupidità umana.

E’ difficile invece trovare uomini veramente grandi della scienza e dell’arte che non siano umili: nel loro campo hanno fatto l’esperienza della grandezza che li trascende e li supera.
E’ innegabilmente difficile essere umili eppure è indispensabile per servire. Solo l’amore può rendere umili. La mamma serve perché ama, solo l’amore può riportare l’uomo alla sua dimensione naturale. Tutto ciò però non basta, perché la superbia muore dopo di noi, perfino nei cimiteri continua il carnevale della vita, per cui l’unico modo per diventare umili sono le umiliazioni, che sono ritenute una disgrazia mentre invece servono a rimettere in ordine le cose. E le umiliazioni sono accompagnate dalla croce che è sempre strumento di redenzione e di salvezza. Quante volte ho potuto verificare che per persone che si sentivano padroni del mondo o del proprio mondo, è stata sufficiente l’esperienza della croce, di qualsiasi genere, (anche se la malattia ha sempre il primo posto), per rientrare nella norma creaturale: non sono Dio, ho bisogno dei fratelli.

Sembra incredibile ma ogni umiliazione che ci rende più umili è fruttuosa per la persona ma anche per la Chiesa che è nata dall’umiliazione di Dio che “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce. Per cui Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome che è al sopra di ogni altro nome”.
Umiltà viene da “humus” che vuol dire terra e solo la terra è feconda , quindi solo attraverso l’umiltà l’uomo edifica e collabora con il Creatore per rendere grande il mondo.

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