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mons. Giuseppe Mani – Commento al Vangelo di domenica 14 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 20, 19-31

“Non abbiate paura”

Abbiamo più bisogno di sempre di sentirsi ripetere queste parola dal Cristo Risorto “Non abbiate paura!”. E’ una necessità per l’uomo di oggi che non cessa di aver paura internamente ed esteriormente e non senza ragione. E’ ugualmente una necessità per tutti i popoli e per il mondo intero, bisogna che nella coscienza di ciascun essere umano si fortifichi la certezza che esiste Qualcuno che ha nelle sue mani la sorte del mondo che passa, Qualcuno che tenga le chiavi della morte e degli inferi.

Qualcuno che è l’Alfa e l’Omega della storia dell’uomo, sia quella individuale che collettiva; e soprattutto la certezza che c’è Qualcuno che è Amore, l’amore fatto uomo, Crocifisso e risorto, l’Amore che non finisce in mezzo agli uomini.

Stupiti e spaventati erano gli apostoli di cui ci parla il vangelo, mentre due colleghi raccontavano di aver visto Gesù. E proprio mentre stavano parlando apparve Lui in persona che gli augurò la pace ma loro anziché pacificarsi “Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma”. La paura è brutta e qualsiasi cosa la fa crescere, è patologica e infettiva nel senso che si comunica con grande facilità. Prima di un analisi, è raro pensare di non aver niente, si pensa sempre al peggio, d’altra parte è la fortuna delle assicurazioni che vivono sulla prevenzione delle disgrazie.

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Anche dinanzi ad una buona notizia come l’incontro con Gesù stesso sopravviene il dubbio che sia un fantasma e non Lui in persona. Gesù con pazienza si fece toccare e volle mangiare qualcosa per dimostrare che era proprio Lui, non un fantasma. Gesù capisce le nostre paure e ci viene incontro.

Come? Dimostrandoci che è Lui che avevano visto morto appeso alla Croce ed ora era vivo. Che la morte era stata vinta e che neppure la morte aveva ragione di farci paura. Si, perché , come dice Freud, ogni paura si riassume nella paura della morte: la morte affettiva, neppure la famiglia è più sicura, l’economia e il lavoro sono precari, la stima e la fiducia possono finire , anzi, potrei finire sulle pagine dei giornali o al telegiornale e anche la salute potrebbe crollare se non all’improvviso, certamente lentamente.

Questo ci dimostra che la nostra certezza non può essere posta né dentro di noi nè al di fuori di noi ma al disopra di noi, nel Datore della vita che avendocela data non ci abbandona alle nostre paure.

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Gesù apre agli apostoli la mente per comprendere le Scritture dove è scritto che , come per Cristo, la vita ha una dimensione Pasquale, è un passaggio continuo dalla morte alla vita e Gesù con la sua Pasqua ci assicura che non ci sarà più notte senza aurora , inverno senza primavera, morte senza resurrezione.

Anche noi siamo presi dalla paura che tutto questo sia fantasia, un “fantasma” direbbe il Vangelo. Quando era Arcivescovo a Cagliari ero molto presente alla vita dei miei carcerati e nelle mie visite ripetevo sempre la stessa cosa “Sistemazione provvisoria” tanto che quando ho lasciato Cagliari mi hanno regalato un quadro della Madonna, dipinto da loro, con scritto, “Madonna della sistemazione provvisoria”. La fede non illude nessuno: non mancherà mai la croce, la sofferenza e la prova ma il Risorto ci sarà sempre vicino e ci assicura la resurrezione, ogni croce è “situazione provvisoria”.

Il dilemma evangelico è chiaro: o fede o paura, chi non ha fede ha paura e che ha paura non ha fede. E come è contagiosa la paura lo è altrettanto la fede per cui coloro che non hanno fede hanno il diritto di essere sostenuti, anche per continuare a vivere, dal coraggio e dalla forza di chi crede.

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