Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 13 Agosto 2019

Il commento alle letture del 13 Agosto 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?

Dt 31,1-8; e Dt 32,3-4a.7.8.9 e 12; Mt 18,1-5.10.12-14

Tra grandezza umana e grandezza divina vi è una abissale differenza. Anzi, la differenza è divina, eterna. Soprannaturale, celeste. Presso gli uomini la grandezza è misurata dai gradini di una scala che sale verso l’alto. Più in alto si è collocati e più si è grandi. Più ricchezza si possiede e più si è grandi. Più persone si governano è più si è grandi. Presso Dio invece la vera grandezza è servizio. Più si servono gli altri secondo la volontà di Dio, più si è grandi. Più si è poveri in spirito, più si è grandi. Più si abbonda in opere di misericordia secondo la Parola del Vangelo, più si è grandi. Più si occupano gli ultimi posti, più si è grandi. È grande il vero uomo. Chi è il vero uomo? Colui che né si fa Dio, né si fa un Dio, perché vuole obbedire ad ogni Parola che esce dalla bocca dell’unico e solo Dio vivo e vero che è il Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Pronta obbedienza e immediato servizio fanno grande l’uomo di Dio.

Figlio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso. Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore. Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti. Perché grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato. Non cercare cose troppo difficili per te e non scrutare cose troppo grandi per te. Le cose che ti sono comandate, queste considera: non hai bisogno di quelle nascoste. Non affaticarti in opere superflue, ti è stato mostrato infatti più di quanto possa comprendere la mente umana. La presunzione ha fatto smarrire molti e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri. Se non hai le pupille, tu manchi di luce; se ti manca la scienza, non dare consigli. Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male, chi ama il pericolo in esso si perderà. Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni, il peccatore aggiungerà peccato a peccato. Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio, perché in lui è radicata la pianta del male. Il cuore sapiente medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio. L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati. Chi ricambia il bene provvede all’avvenire, al tempo della caduta troverà sostegno (Sir 3,17-31).

Ma anche tra l’umiltà raccomandata dal Siracide e l’umiltà chiesta da Cristo Gesù vi è un abisso eterno, divino. Manca ancora la croce del Figlio di Dio, o manca ancora il Dio Crocifisso nella sua umanità. L’umiltà non è finalizzata alla propria persona, ma è dono totale di sé alla volontà di Dio per la redenzione del mondo. L’umile è colui che consegna la sua vita per l’esclusivo ministero della redenzione delle anime. Ci si profonda nell’annientamento di sé perché il nostro Dio possa salvare il mondo intero. All’Antico Testamento manca la Croce di Dio. Ecco perché è Antico Testamento e non Nuovo. C’era la croce dell’uomo, ma non ancora la Croce del Figlio eterno di Dio fattosi Croce per la nostra redenzione eterna. Manca l’obbedienza del Verbo Eterno Incarnato al Padre per la salvezza. Ecco perché la differenza è abissale, divina, eterna, umana.

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda.

Poiché il più piccolo del Regno dei cieli è Cristo Signore, a Lui ogni discepolo dovrà guardare se vuole essere vero discepolo. È questo il motivo per cui tra la visione mondana di grandezza e la visione di Cristo non vi è alcun punto di confronto. Manca al mondo la Croce di Dio. Dove la Croce viene esclusa come metro della vera grandezza, si è nel puro paganesimo. Anche se ci si dice cristiani, si è pagani.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ogni discepolo si misuri con la Croce di Gesù.

Fonte@MonsDiBruno

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