Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 24 Luglio 2023

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Il โ€œdi piรนโ€ nel โ€œdi menoโ€

โ€œMaestro, da te vogliamo vedere un segnoโ€ (v. 38): non รจ un peccatore che avanza questa richiesta a Gesรน, sono โ€œscribi e fariseiโ€, i โ€œgiustiโ€ per antonomasia, i rappresentanti del mondo religioso, quelli che frequentano le sinagoghe, che conoscono la legge. Proprio loro si avvicinano a Gesรน con una pretesa, pongono Gesรน di fronte a delle condizioni per credere: โ€œNoi crederemo a patto cheโ€ฆโ€, cercano garanzie e prove certe per fare fiducia a Gesรน e alla sua parola. Vogliono โ€œun di piรนโ€.

Scandalizzati, prendiamo distanza da questi uomini, come se tali pretese e attese non ci appartenessero. Ma la Parola penetra e ci svela e rivela a noi stessi, ci chiede di interrogarci sul nostro stare di fronte e Gesรน: con quali domande, attese, pretese ci mettiamo alla sua sequela e cerchiamo la relazione con lui? Cosa โ€œvogliamoโ€ da lui?

Ma la pagina di oggi ci rimanda e ci interroga anche sullo stato dei nostri occhi, e di conseguenza del nostro cuore. โ€œVogliamo vedereโ€: questi uomini sono di fronte a Gesรน ma non vedono, sono affetti da cecitร  e da una malattia molto comune a ogni generazione, la durezza di cuore. โ€œGenerazione perversa e ribelle, generazione dal cuore incostante, dallo spirito infedele a Dioโ€ (Sal 78,8). Siamo noi forse migliori? 

Eppure, per quanto cerchiamo di prendere distanza, โ€œuna generazione malvagia e adulteraโ€ (v. 39) รจ la nostra stessa generazione, uomini e donne di ogni luogo e di ogni tempo, sempre colmi di pretese, insoddisfatti, ciechi e sordi, incapaci di riconoscere con meraviglia e stupore il โ€œpiรน grandeโ€ (cf. vv. 41.42) che sempre ci viene dato. Lasciamo che il male ammali il nostro cuore, lo indurisca, lo riempia a tal punto con illusioni e falsitร  da non avere piรน lo spazio per ricevere il dono. Cerchiamo, ma cerchiamo in direzioni sbagliate.

Cerchiamo un inequivocabile per poter far fiducia, ci attendiamo di vedere. Cosa? Grandi numeri, guarigioni che sanno di magia, intensitร  emotive che scaldano il vuoto, la sofferenza, la mancanza che ci abitano. E non riconosciamo colui che รจ โ€œil di piรนโ€, colui che รจ โ€œpiรน grandeโ€ perchรฉ si รจ fatto piรน piccolo, silenzioso. Noi cerchiamo nel โ€œvento impetuoso e gagliardo โ€ฆ nel terremoto โ€ฆ nel fuocoโ€ (1Re 19,11-12), cerchiamo segni nella forza del rumore, nel potere della visibilitร , nella magnificenza dei riconoscimenti, โ€œma il Signore non era โ€ฆโ€ (1Re 19,11-12).

Nessun segno ci รจ stato promesso, uno assicurato: quello di una croce e di un sepolcro vuoto. Quello dellโ€™abbassamento, di un uomo che depone la vita nelle mani dei nemici come risposta al male. Noi cerchiamo โ€œil di piรนโ€ nellโ€™altisonanza dei segni, mentre โ€œil di piรนโ€ รจ โ€œnel di menoโ€, รจ nel basso, nel piccolo, nel silenzioso e invisibile. โ€œDopo il fuoco, il silenzio di una voce sottileโ€ (1Re 19,12). โ€œUno piรน grande โ€ฆโ€ (v. 41), perchรฉ si รจ abbassato piรน di chiunque, e non solo nel ventre del pesce, ma nelle viscere delle nostre malvagitร , negli inferi di ciascuno di noi รจ disceso per poi uscirvi, trascinando con sรฉ, liberi una volta per sempre, tutti noi, ogni generazione.

โ€œUno piรน grande โ€ฆโ€ (v. 42): la grandezza di Gesรน non รจ nella straordinarietร  dei segni che noi pretendiamo come condizione del nostro credere, ma nella piccolezza, nel silenzio, nel nascondimento di un dono che รจ โ€œpiรน grandeโ€ di ogni immaginabile sapienza perchรฉ รจ nascosto nella follia di una croce, nel vedere il vuoto della tomba, nella deposizione di una vita, spinti solo e soltanto dallโ€™impalpabile e invisibile amore

Questo il grande segno di fronte al quale saremo giudicati: โ€œil di piรนโ€ dellโ€™amore, donato, gratuito, a dismisura. 

sorella Elisa

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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