Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 16 Aprile 2023

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Pace e bene, questa seconda domenica di Pasqua (o della Divina Misericordia) apriamo il cuore alla misericordia di Dio, lasciandoci parlare e toccare dalla sua grazia, in scia all’esperienza dei primi discepoli e, soprattutto, di san Tommaso…

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Oggi è la domenica della “Divina Misericordia”, e la misericordia è una  chiave bellissima per leggere il vangelo di oggi. 

I discepoli sono chiusi e rinserrati a causa delle loro paure. Gesù risorto  viene “a porte chiuse” ed entra, andando loro incontro non con asprezza,  né con aria di giudizio ma con gioia, annunciando misericordia, dicendo:  «pace a voi!». Non è solo un augurio ma un dono. Lui dona la pace, Lui è  la fontana della pace. Non a caso sant’Agostino disse: «inquieto è il nostro  cuore finché non riposa in te, Signore». 

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Entrando nel cenacolo, Gesù va incontro ai discepoli, timorosi e rinchiusi  in loro stessi, e si fa riconoscere, mostrando i segni della passione. Ed essi  gioirono al vederlo! Ecco, il Signore ci viene incontro, raggiungendoci  dove siamo, non spaventandosi delle nostre miserie, non scandalizzandosi delle nostre cadute ma sempre e di nuovo ci cerca, ci  tende la mano. Non temiamo di afferrargliela, non scoraggiamoci di fronte ai fallimenti, non arrocchiamoci nelle nostre pretese autosufficienti.  

Lui ci viene incontro, mostrandoci i segni della sua passione, ricordandoci  il suo amore per noi. Ci porta impressi sul palmo delle mani, gli  apparteniamo, siamo cosa sua. Come ripete spesso il papa, Dio non si  stanca di perdonarci; non stanchiamoci di chiedergli perdono, lasciandoci  rialzare dalle nostre cadute! Da lì nasce e rinasce la vera pace. Egli stesso  disse a Santa Faustina in una rivelazione privata: «L’umanità non troverà  pace finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia». 

Dalla sua misericordia, sgorga il grande mandato della Chiesa: riconciliare  gli uomini con Dio e tra loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui  perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete,  non saranno perdonati». Per mezzo della Chiesa possiamo accogliere il  dono del perdono di Dio, specie attraverso i sacramenti del battesimo e  della confessione, un perdono che realmente distrugge il male e ci risana.  Quando ci andiamo a confessare, il sacerdote è canale della grazia, un  “lasciapassare” del perdono di Dio. Nel momento dell’assoluzione, è Gesù  stesso che perdona attraverso il suo ministro. Lì, Dio ci guarisce, e ci  guarisce con un abbraccio. Lì, soprattutto nei sacramenti, possiamo far  concreta esperienza di Dio e del suo perdono che guarisce la nostra  anima.  

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Gesù, sempre a Santa Faustina disse: «Figlia, quando ti accosti alla santa  confessione, a questa sorgente della Mia Misericordia, scendono  sempre sulla tua anima il Mio Sangue ed Acqua, che uscirono dal Mio  Cuore e nobilitano la tua anima. Ogni volta che vai alla santa  confessione immergiti tutta nella Mia Misericordia con grande fiducia, in  modo che io possa versare sulla tua anima l’abbondanza delle Mie  grazie. Quando vai alla confessione, sappi che Io stesso ti aspetto in  confessionale, Mi copro soltanto dietro il sacerdote, ma sono Io che  opero nell’anima. Lì la miseria dell’anima s’incontra col Dio della  Misericordia. Dì alle anime che da questa sorgente della  Misericordia possono attingere le grazie unicamente col recipiente della  fiducia.

Se la loro fiducia sarà grande, la Mia generosità non avrà limiti. I  rivoli della Mia grazia inondano le anime umili. I superbi sono sempre  nell’indigenza e nella miseria, poiché la Mia grazia si allontana da loro e  va verso le anime umili». È un mistero d’amore grande che siamo  chiamati a vivere e ad annunciare, invitando tanti a riscoprirlo. Come?  Parlando di Gesù e della sua misericordia, della bellezza della confessione,  e mostrando noi per primi atteggiamenti e parole volti alla misericordia.  Sì, perché quel perdono ricevuto, chiede di essere donato nelle tante  occasioni di ogni giorno, dalle semplici discussioni in famiglia, al lavoro,  in comunità, con un confratello, sino alle situazioni più difficili. Chiediamo  seriamente: cosa ne sto facendo della misericordia di Dio? La sto  accogliendo davvero? La sto donando? O da una parte l’accolgo, ma  dall’altra non la voglio donare?  

Cari fratelli e sorelle, che questo giorno possa aiutarci a riscoprire la  Misericordia di Dio e ad esserne segno e strumento per quanti incontreremo sul nostro cammino! 

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