Mostrò loro le mani e il fianco

Chiuse le porte. Chiusi in una piccola stanza e chiusi in un piccolo cuore. Chiusi per una piccola fede che non sposta i monti e non sposta i gelsi nel mare. Paure. Paura. Mentre tutto ciò si consolida rendendo granitica l’infedeltà venne Gesù e mostrò loro le mani e il fianco. La paura è trasfigurata dalla presenza di un morto con i segni della sua morte mostrò loro le mani e il fianco. Le ferite dicono la cifra della vulnerabilità. Dicono di Dio. Dicono dell’amore di Gesù Signore per i suoi fino alla fine.

Dio ferito e morto e sepolto!E i discepoli gioirono al vedere il Signore. La prima esperienza degli “infedeli”discepoli è la presenza tra loro del Fedele Risorto. Ferito e vivo. Morto e vivo. Sepolto bendato e vivo sbendato. Ed è gioia perché venne per dire e dare pace. Sholom-pace, presenza “evidente” di Dio, che dona nella pace un perdono accordato senza meriti, senza penitenza, senza prescrizioni. Sperimentano il perdono che è nella carne ferita di Dio. Ed è gioia.

Ma l’incredulo Tommaso non crede: vuole vedere anche lui. Lui forse stava cercando in giro per Gerusalemme, in quei dannati otto giorni in cui il corpo morto del Maestro Gesù era sparito, un senso alla perdita di senso. Non crede. Perché tanto dolore? Perché tanta infedeltà, la sua, per la quale non riuscì a morire con Gesù, andiamo anche noia morire con lui (Gv 11,16)? Perché non riesce a vedere? Perché non smette d’essere incredulo? Cosa vuole vedere? La sua fede si aprirà, aprirà le porte chiuse della sua cecità quando vedrà le ferite di Dio. Dio in Gesù di Nàzaret, risorto, è l’epifania della potenza della misericordia.

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Le ferite che dicono perdono. Dicono luce, le ferite che divengono feritoie in cui passa la luce (T. Bello), la luce che è Dio. Tommaso aveva perso Dio, forse lo cercava nella potenza di una vendetta. Forse lo cercava in un idolo di potere. Forse aveva semplicemente perso la fede nella sua idea di un suo dio. Scrive Leszek Kołakowski: «Dopo secoli di diffusione della cultura illuministica, ci siamo risvegliati improvvisamente nella confusione culturale e mentale, spaventati davanti a un mondo che -così sembra- stava perdendo la sua eredità religiosa. La nostra paura è ben giustificata.

I miti perduti non vengono sostituiti da una razionalità illuminata, ma da orribili creature secolari».Venne Gesù, venne il vero Dio e vero uomo ,stette in mezzo e Tommaso vide il mio Signore e il mio Dio, ferito e vivo. Non una orribile creatura secolare, bensì la concretezza delle ferite di un uomo. La gioia è piena. La pace è realizzata. La speranza è viva.

FONTE | Telegram
Foto di Steve Haselden da Pixabay

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