don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo di oggi, 25 Agosto 2022

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A cosa assomiglia la morte? A un ladro che di notte, quando tu nemmeno te l’aspetti, viene e ti scassina la casa. Questa è l’immagine suggestiva che Gesù dà della morte: “se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti”.

Ma dobbiamo dire che ai giorni nostri c’è anche l’eutanasia che per rimanere nella stessa immagine dovrebbe assomigliare a un appuntamento che tu dai al ladro che ti viene a rubare a casa così da risparmiargli la fatica di rompere la serratura. In questo caso però non c’è reato da parte del ladro, diciamo che è solo un’ospite speciale. Invece la morte deve rimanere un reato! Deve rimanere ciò che è: qualcosa che non è mai un bene per la nostra vita e dalla quale Gesù è venuto a liberarci.

Quando un mafioso domanda il pizzo per non bruciarti il tuo locale, e tu lo paghi, da quel momento tu non sei più solo la vittima ma anche il complice. Meglio affrontare un negozio bruciato che diventare complice di un mafioso, e lo dico sapendo benissimo il peso di ciò che dico. Alla stessa maniera non possiamo diventare complici della morte. Possiamo farci trovare preparati ma non complici.

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Come se Gesù ci stesse chiedendo di combattere questa mafia della morte senza mai scendere a patti con essa, anche se a volte è doloroso e faticoso. In fondo chi sono i santi se non persone così? Il fatto vero però consiste nel non dimenticarci che se da una parte ciò che abbiamo appena detto sappiamo essere giusto, è pur vero che poi quando ci si trova di fronte si sperimenta la paura, l’angoscia, la solitudine, e tutto quello che ci sembrava prima giusto vacilla.

Anche Gesù ha sperimentato questo tipo di paura e di tentazione. Lo ha sperimentato l’ultima notte della sua vita, nell’orto degli ulivi. Ed è proprio in quella notte che ci ha insegnato come lottare contro la paura e la tristezza: “Padre, se è possibile passi da me questo calice. Ma non come voglio io ma come vuoi tu”.

Fonte: fede 2.0

AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK