Il nostro Dio ha un cuore di carne 

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Pompeo Batoni, Sacro Cuore di Gesù (1767), olio su rame; Roma, Chiesa del Santissimo Nome di Gesù all’Argentina

La solennità del Sacro Cuore ci introduce nel mistero di un Dio che non teme di confrontarsi con tutto l’umano. Il Verbo, fatto carne, assume fino in fondo ogni aspetto della vita umana in virtù di un’offerta compiuta una volta per sempre e in modo radicale. Il Cuore di Cristo rispecchia il mistero di Dio che entra nelle fibre più nascoste dell’Incarnazione.

Il Cuore garanzia dell’autenticità  della sua reale umanità. Nulla fittizio in Cristo; tutto concretezza che si fa misericordia: In Cristo, Dio ha assunto davvero un “cuore di carne”. Egli non ha soltanto un cuore divino, ricco di misericordia e di perdono, ma anche un cuore umano, capace di tutte le vibrazioni dell’affetto (san Giovanni Paolo II).

Il Sacro Cuore permette di sondare l’amore senza limiti del Verbo: la sua misericordia si estende al di là dei confini della Chiesa proprio perchè il Cuore di Cristo apre un dialogo d’amicizia con ogni uomo (Dei Verbum 2). Chiediamoci: ancora proponibile il culto del Sacro Cuore? Negli ultimi anni, infatti, sono emerse delle obiezioni contro questa devozione.

Non di rado si sostiene che alla spiritualità del Sacro Cuore si dovrebbe sostituire quella eucaristica, sottintendendo che la spiritualità rivolta al mistero eucaristico sarebbe un frutto del Concilio Vaticano II, mentre la spiritualità del Sacro Cuore sarebbe un culto a carattere privato e superato, tipico di una mentalità preconciliare che ebbe il suo apice nell’enciclica Haurietis aquas di Pio XII (1956).

Al contrario, noi affermiamo che tra Eucaristia e Sacro Cuore vi è perfetta corrispondenza, grazie all’unità dell’economia salvifica che trova nell’Incarnazione e nella Pasqua la sua massima espressione: “Il nostro Dio ha un cuore. Anzi un cuore di carne, si è fatto carne proprio per poter soffrire con noi ed essere con noi nelle nostre sofferenze” (Benedetto XVI).

don Michele G. D’Agostino, ssp

Fonte: il foglietto de “la Domenica” – Immagine