Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 2 Aprile 2023

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Non più asina e puledro. Ma quello stesso Signore ridotto ad un animale caricato della croce da quella stessa gente. Non più mantelli e rami d’alberi. Ma quello stesso Signore denudato, coronato di spine ed inchiodato ad un altro legno, dalla stessa gente. Non più bagno di folla, non più chi segue e chi precede, non più chi osanna e chi benedice.

Ma quello stesso Signore flagellato in un bagno di sangue, lasciato solo e abbandonato, insultato e calunniato, da quella stessa gente. Non più un profeta che entra nella città di Dio, Gerusalemme, ma un disgraziato che esce e si avvia alla morte per Amore di questa stessa gente. Momenti diversi, ma appunto stesso Signore, stessa gente e, paradossalmente, stesso trionfo.

Perché Cristo entra nei giorni che lo sperano dalla Passione già da trionfante ed entrerà nella morte già da vincente, già da vivente, già da Dio! Questo stesso Signore si presenta così anche nella nostra vita, nella nostra quotidianità, nei nostri momenti bui, nelle nostre Passioni, nei nostri morti, nei nostri sepolcri, nel nostro tempo, per trionfare e per far sì che davvero sia Santo!

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