โBEATI VOIโฆโ
Il Vangelo di questa domenica ci rivela il vero volto di Dio. Dio รจ la somma ricchezza, ci dice, capace di ricolmare di sรฉ e della sua presenza la vita dellโaltro. Eโ quella realtร profonda, unica che รจ capace con la sua presenza di bastare alla vita dellโaltro, a noi cosรฌ affamati e assetati di presenze, di vicinanza, di stima, di riconoscenza, di riconoscimento, di affetto, di attenzione, di cura, di successo, di fama, di cose.
Dio รจ, ci dice Gesรน, colui che puรฒ con la sua presenza bastare a noi stessi ma nello stesso tempo ci fa comprendere che, se questo รจ Dio, chi รจ lโuomo? Se Dio รจ colui che con la sua presenza basta, riempie di sรฉ, riempie di vita lโesistenza, lโuomo deve essere necessariamente uno spazio aperto, un vuoto che accoglie, perchรฉ due pieni non ci stanno, non รจ possibile, non cโรจ nessuna comunicazione, non cโรจ spazio per lโuno e per lโaltro. Eโ dentro qui la forza profetica della beatitudine di Gesรน:
Beati voi, che siete capaci di povertร .
Non prende la piega dellโevangelista Matteo, poveri nello spirito, che ci porta a spiritualizzare la cosa. Matteo porta ad un livello piรน profondo la riflessione, certo, se non cโรจ quello, facciamo fatica ad essere uomini e donne che fanno spazio, ma Luca รจ piรน immediato, beati voi che siete capaci di andare allโessenziale, che siete poveri, uomini e donne che sapete vivere a cuore aperto, gente capace di fare spazio, definiti da unโapertura. Eโ cosรฌ che Luca disegna i tratti fondamentali dellโuomo.
Non รจ lโelogio di una mancanza, di una sciatteria, di coloro che sono costretti a mendicare, รจ lโindicazione essenziale di vita, la condizione di chi รจ capace di far regnare su se stesso solo ed esclusivamente la ricerca di Dio, di non mettere la propria vita a servizio delle cose, allโinseguimento di cose, tempo, incontri. Luca ci riporta allโessenzialitร . Beati voi, che di fronte al vivere siete capaci di non farvi imprigionare ancora una volta da quel richiamo delle reti, dalla vostra abilitร nel gettare, piuttosto che da quanto materiale avete tirato su.
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Beato se sai che la tua esistenza รจ qualcosa di piรน grande, lo spazio della tua vita รจ un bene sommo e lo cerchi solo dentro questo respiro dellโincontro con Dio. Quando il povero diventa capace di liberarsi dalle cose e di non far dipendere la propria vita da ciรฒ che lo circonda, dal successo o dalla fama, dal riconoscimento dellโaltro, dal conto in tasca, dalle sue abilitร personali, dalle sue doti o caratteristiche, quando la povertร non definisce tutto questo โ perchรฉ non sei semplicemente uno mancante ma sei uno che sceglie di non stare alla ricerca, allโinseguimento, alla brama di possedere โ allora il povero diventa un testimone, diventa un segno. Lโevangelista lo mette qui perchรฉ con la sua presenza ci richiama un significato piรน importante. Lโunica cosa che ci puรฒ bastare รจ la ricerca di Dio, รจ il vivere con la dimensione del cuore di Dio, che quello che ha, condivide, che quello che riceve, offre, che quello che raggiunge, consegna.
Dentro queste caratteristiche, la nostra vita cambia. Eโ per questo che tanti testimoni, anche del nostro tempo, ci stupiscono quando la loro vita sa parlare di questo. Sa parlare testimoniandoci che il loro riferimento รจ qualcosโaltro e non รจ misurato dallโavere o dal potere, dal fare o dal raggiungere. Chi cerca, invece, purtroppo, di definire la propria vita dentro la ricchezza o il successo, chi si circonda di cose che possono riempirla, lโevangelista ci dice guai a voi, perchรฉ lโesistenza รจ triste, ci perdiamo, le cose materiali non daranno mai quella pienezza di comunione e di affetto, quella calda accoglienza di una comprensione, quel calore di un cuore che ti accoglie, di un animo che capisce, scalda e sta accanto. Il povero รจ beato perchรฉ ha spazio per Dio e per tutti coloro che in nome di Dio diventano sostegno e consolazione, vicinanza e protezione. Al povero, Dio si fa profeta, con una vicinanza di qualcuno che lo raggiunge e lo interpella. La nostra perdizione รจ quando vogliamo essere noi signori di noi stessi, in questo diventiamo faticosamente soli. Beati voi, perchรฉ la vostra vita รจ definita dallโessenziale, da un animo libero, pronto a fare spazio, accoglienza, condivisione, comunione di tempo, di forza, di cammini, di possibilitร . Beati voi se la beatitudine della povertร del Vangelo la vivete cosรฌ, che si fa attenzione e cura, anche quando si รจ nel pianto, nella persecuzione, nella fatica anche quando si รจ nella tribolazione.
Siamo capaci di questa vera povertร ?
Come non ricordare il carisma di santa Chiara che fonda le sue radici nellโosservanza del Santo Vangelo e particolarmente nella sequela di Cristo povero e crocifisso. Per amore di Lui, Chiara vive corporalmente rinchiusa, in somma povertร e in unione profonda con le sue sorelle.
La povertร รจ un pilastro del carisma di santa Chiara. Lei sempre esorta le sorelle a perseverare nellโamore e nellโosservanza della santissima povertร , per seguire le orme del Figlio di Dio, il quale, finchรฉ visse nel mondo, non volle mai allontanarsi dalla santa povertร . (cfr. Testamento di Santa Chiara).
A questo scopo, lei chiede ed ottiene da Papa Gregorio IX un privilegio del tutto particolare: il privilegio della Povertร che consente a lei e a tutte le sorelle di ogni tempo di non possedere nulla nรฉ personalmente nรฉ comunitariamente, se non il monastero e il terreno necessario allโisolamento.
Il Papa inizialmente oppose delle resistenze nel concedere tale privilegio preoccupandosi per la sussistenza delle sorelle, ma di fronte alla ferma volontร di Chiara acconsentรฌ.
Il Papa le scrive:
โVolendo voi dedicarvi unicamente al SignoreโฆColui che nutre gli uccelli del cielo e veste i gigli del campo, non vi farร mancare nรฉ il vitto nรฉ il vestito (MT 6, 25-33), finchรฉ nella vita eterna passerร davanti a voi e vi somministrerร se stesso, quando cioรจ la sua destra vi abbraccerร con gioia piรน grande, nella pienezza della sua visione ( Ct 2,6 ).โ (dal Privilegio della povertร )
La povertร francescana, oltre alla rinuncia ai beni terreni, รจ lโatteggiamento di piena fiducia dei figli, che si abbandonano nelle mani del Padre.
Francesco e Chiara, contenti di possedere Dio solo, nulla desiderarono, nulla vollero, in nulla trovarono piacere e diletto se non nel solo vero Dio, che รจ pienezza di Bene, ogni Bene, tutto il Bene, il vero e sommo Bene.
O povertร beata! A chi tโama e tโabbraccia procuri ricchezze eterne. O povertร santa! A quanti
ti possiedono e desiderano, Dio promette il regno dei cieli, ed offre in modo infallibile eterna gloria
e vita beata. O povertร pia! Te il Signore Gesรน Cristo, in cui potere erano e sono il cielo e la terra,
giacchรฉ bastรฒ un cenno della sua parola e tutte le cose furono create, si degnรฒ abbracciare a preferenza
di ogni altra cosa. Disse egli, infatti: Le volpi hanno le loro tane, gli uccelli del cielo i nidi, ma il
Figlio dellโuomo, cioรจ Cristo, non ha dove posare il capo; e quando lo reclinรฒ sul suo petto, fu per
rendere lโultimo respiro. (PRIMA LETTERA AD AGNESE DI PRAGA โ FF2864)
ย Sr. Chiara Emanuela – Monastero di Bra (CN) – Fonte
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