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Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 26 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 25, 31-46

Oggi, Solennità di Nostro Signore Gesu’ Cristo, Re dell’Universo, il Vangelo ci indica cosa accadrà…al momento del giudizio.

Il Re dell’Universo “ separerà “ le pecore dalle capre.

L’utilizzo dell’esempio delle pecore riporta alla prima lettura ( Ez 34,11-12.15-17 ), in cui ci viene proposta l’immagine di Dio come di “ buon pastore “ che “ cerca le pecore che si sono disperse, le raduna, le conduce al pascolo, le fa riposare, le riconduce all’ovile, fascia quelle ferite, cura le malate, si prende cura delle grasse e delle forti pascendole con giustizia “.

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Cio’ che ci descrive il profeta Ezechiele è il modo di operare del Signore con noi per tutto il percorso della nostra vita terrena.

Tutti noi rischiamo di “ disperderci “ su tante strade, abbandonando quella indicata da Dio, ma Lui, pazientemente, ci “ viene a cercare “.

Oggi piu’ che mai la “ dispersione delle pecore “ è amplificata, sono tantissimi coloro i quali  battono sentieri diversi da quello indicato da Cristo, ma anche in questi tempi il Signore non si stanca di “ venirci a cercare “ per “ ricondurci all’ovile “.

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Il ricondurre, il riportare a casa, è un passaggio importantissimo perché le pecore, se si disperdono, si dividono e non c’è piu’ quella comunione di intenti.

Da cio’ le guerre, che testimoniano i tanti successi del demonio che, per natura, ha, quale compito, quello di creare divisione nell’uomo in sé stesso e tra uomo e uomo.

Ma Dio, come dicevo poc’anzi, continua a “ radunare “.

Se, docilmente, ci facciamo “ ricondurre all’ovile “, il Signore, con la sua Parola, “ fascerà le nostre ferite, si prenderà cura delle nostre malattie e ci pascolerà con giustizia “.

Chi si fa “ pascolare “ dal “ buon pastore “ si prepara ad entrare nel “ pascolo eterno “.

Il “ buon pastore “ opera fino a quando siamo sulla terra.

Lui ci prova, fino all’ultimo, a “ ricondurci all’ovile “ e a farci vivere in unione con Lui.

Arriva però il momento del “ passaggio “, il momento della morte.

A quel punto il “ buon pastore “ sarà “ giusto giudice “ e “ separerà le pecore dalle capre “.

Non è un gesto di cattiveria, non è mancanza di Misericordia, ma è la diretta conseguenza di cosa abbiamo scelto in vita.

Chi è stato “ pecora fedele “, che si è “ fatto curare “ da Dio, lo avrà amato negli affamati, negli assetati, negli stranieri, nei malati, nei carcerati.

La “ pecora che si è fatta guarire “, infatti, ha sperimentato l’Amore e la Misericordia del “ buon pastore “ e, naturalmente, ha sentito il desiderio di amare come è stata amata.

Le sarà venuto cosi’ naturale da non rendersi neppure conto dell’amore che ha dato, al punto tale di chiedere, al Signore “ ma quando ti ho visto affamato, assetato, straniero, nudo, malato,              carcerato “?

Pensava di stare amando degli uomini ma, in realtà, stava amando Dio che era in quegli uomini.

Al contrario le “ capre “ sono coloro che hanno sempre rifiutato di essere “ ricondotte all’ovile “, hanno sempre voluto continuare a seguire strade che le hanno portate alla dispersione.

Rifiutando l’Amore e la Misericordia di Dio non si sono neppure accorti degli affamati, degli assetati, degli stranieri, dei malati, dei carcerati che li circondavano, che chiedevano loro una briciola di amore.

Questa loro indifferenza li porta a dire al Signore “ ma quando è che ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, straniero, malato, carcerato ? “.

Il Signore dirà loro: sempre mi avete visto cosi’ in chi vi circondava ma… ve ne siete disinteressati.

Il brano odierno ci porta quindi, alla fine di questo anno liturgico e nell’approssimarci a vivere il tempo forte dell’Avvento, a fare una “ verifica “ del nostro percorso.

In questo anno come mi sono comportato?

Sono stato “ docile pecora “ che si è fatta “ ricondurre all’ovile “ dal Signore e si è fatta da Lui curare, o ho continuato ad ignorare le indicazioni del “ buon pastore “ e, imperterrito, ho seguito strade diverse che mi hanno allontanato da Lui?

Se dovessi notare che sono stato piu’ “ capra ribelle “ che “ pecora paziente “ è arrivato il momento di fare piu’ attenzione al “ buon pastore “ che, senza stancarsi, continuerà a venirmi a cercare.

Buona Domenica e buona riflessione a tutti.

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Mt 25, 31-46 | Fabrizio Morello 27 kb 0 downloads

Commento al Vangelo del 26 novembre 2023 …

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