Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 10 Luglio 2022

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“ Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna? “

E’ la domanda che il “ dottore della Legge “ fa a Gesu’ per “ metterlo alla prova “.

La risposta fa fare una “ figuraccia “ al “ dottore “ in quanto il Maestro gli dice che essa è contenuta….proprio della Legge di cui lui dovrebbe essere…un esperto!!!

AMARE DIO E IL PROSSIMO

Ecco la strada, l’unica che esiste, per “ ereditare “ la vita eterna.

Il dottore, indispettito per la “ figuraccia “, insiste e chiede: “ E chi è il mio prossimo “?

Anche qui la risposta non dovrebbe essere difficile per…. uno che ha studiato.

Prossimo significa infatti vicino.

Il tuo prossimo è, quindi, chi ti è vicino, chi incontri sul tuo cammino, tuo padre, tua madre, tua moglie, il mendicante che incontri ogni giorno quando vai a lavoro.

Il problema, come dice Gesu’, è di sguardo, è di avere la capacità di vedere il prossimo.

Ecco cosa distingue chi AMA da chi NON AMA: la capacità di vedere, con il cuore, il bisogno di chi gli è “ prossimo “ e di interessarsi a detto bisogno senza “ passare oltre “.

E’ quindi chiara la parabola che racconta Gesu’.

Il sacerdote ed il levita vedono “ con gli occhi “ quell’uomo “ mezzo morto, a terra “, che incontrano sul loro cammino, ma non lo vedono “ con il cuore “, non percepiscono che è un loro fratello, che è il loro “ prossimo “ da amare e da aiutare.

Per loro è un ostacolo, un fastidio, un qualcosa che li potrebbe distogliere dai loro impegni e la cui cura potrebbe provocargli una “ perdita di tempo e soldi “.

Meglio, quindi, “ passare oltre “, non vedere.

Quel sacerdote e quel levita siamo noi ogni volta che ci giriamo dall’altra parte, ogni volta che non siamo in grado di vedere nel nostro prossimo coloro i quali il Signore ha messo sulla nostra strada per consentirci di amare.

Diverso è l’atteggiamento del samaritano.

“ Vide e ne ebbe compassione “.

Lo vede, si accorge di Lui.

Anche il sacerdote ed il levita lo avevano visto “ con gli occhi “ ma….non ne avevano avuto compassione.

Compassione viene da “ cum-patire “, soffrire con, avere la capacità di sentire come propria la sofferenza del fratello.

Chi ha compassione non puo’ “ passare oltre “ ma “ si fa vicino “, “ fascia le ferite “ e “ si prende cura “.

Ecco come si “ declina l’Amore “, ecco come si “ eredita “ la Vita Eterna:  con la prossimità, con il prendersi cura, con l’avere compassione.

Ecco che cos’è la Vita Eterna: Amare come Lui ci ha amato.

Buona Domenica e buona riflessione a tutti.

A cura di Fabrizio Morello

Foto: mia.