Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 15 Gennaio 2023

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Giovanni rivela e annuncia il Veniente

Non dobbiamo mai pensare di avere una conoscenza, unโ€™immagine di Gesรน nostra definitivamente acquisita, ma dobbiamo sempre rinnovarla con lโ€™assiduitร  al Vangelo. Altrimenti, se prevalgono le nostre proiezioni su di lui, anche Gesรน puรฒ essere per noi un idolo. Non basta affermare: โ€œCiรฒ che abbiamo di piรน caro nel cristianesimo รจ Gesรนโ€, occorre che sia il Gesรน che รจ Vangelo e il Vangelo che รจ Gesรน!

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Terminato il tempo liturgico delle manifestazioni del Figlio di Dio fattosi uomo e venuto tra di noi, prima di riprendere con la lettura cursiva del vangelo secondo Matteo lโ€™ordo liturgico ci fa sostare ancora su unโ€™epifania di Gesรน, una rivelazione a Israele tramite Giovanni il Battista (anno A), una rivelazione ai primi discepoli attraverso la chiamata (anno B), una rivelazione dellโ€™alleanza nuziale tra lo Sposo Messia e la chiesa a Cana (anno C).

Il vangelo di questa domenica ci presenta la rivelazione che Giovanni il Battista riceve da Dio e fedelmente trasmette a quanti vanno da lui per ascoltarlo. Gesรน รจ un discepolo di Giovanni, lo segue (opรญso mou: Gv 1,27), stando al vangelo secondo Luca รจ un cugino nato poco dopo di lui (cf. Lc 1,36). Anche Giovanni รจ un dono che solo Dio poteva dare (cf. Lc 1,18-20), eppure non conosce lโ€™identitร  piรน misteriosa e profonda di Gesรน, come confessa: โ€œIo non lo conoscevoโ€, in parallelo alle parole che aveva rivolto alle folle: โ€œIn mezzo a voi sta uno che non conosceteโ€ (Gv 1,26). Solo una rivelazione da parte di Dio puรฒ fargli conoscere chi รจ veramente Gesรน, al di lร  del suo essere โ€œun veniente dietro a meโ€ (Gv 1,26), come il Battista lo definisce.

Prima di essere un profeta, uno che parla a nome Dio, Giovanni รจ un ascoltatore della sua parola, esercitato a discernere lโ€™azione di Dio, e per questo ha visto lo Spirito santo scendere dal cielo e posarsi su Gesรน come colomba per rimanere su di lui. Sรฌ, perchรฉ lโ€™ascolto rende possibile la โ€œvisioneโ€, lโ€™esperienza dello Spirito santo che alza il velo, rivela e fa conoscere per grazia lโ€™inconoscibile. Dalla non conoscenza alla conoscenza: questa รจ stata la dinamica della fede di Giovanni, che sempre si รจ posto domande su Gesรน, fino a porle a Gesรน stesso (cf. Mt 11,2-3; Lc 7,18-20), e sempre ha ascoltato, facendo obbedienza e rendendo testimonianza alla luce venuta nel mondo (cf. Gv 1,6-9). Due volte confessa: โ€œIo non lo conoscevoโ€, eppure sa riconoscerlo. Anche la chiesa dovrebbe sempre ricordare e saper vivere questo atteggiamento di Giovanni, perchรฉ ancora oggi Gesรน Cristo รจ presente nellโ€™umanitร  che non lo conosce: come un rabdomante riconosce la presenza dellโ€™acqua, cosรฌ la chiesa deve riconoscere la presenza di Cristo nellโ€™umanitร , nelle culture, nella storia. Si tratta sempre di ascoltare la voce del Signore, di โ€œvedereโ€ lโ€™umanitร  nel suo oggi, di discernere il Cristo sempre presente nellโ€™umanitร  plasmata secondo la sua immagine di Figlio di Dio (cf. Col 1,15-17).

Quando Giovanni โ€œvedeโ€ Gesรน venire verso di lui, confessa ad alta voce: โ€œEcco lโ€™agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!โ€. Lโ€™โ€œeccoโ€ iniziale indica frequentemente una rivelazione (cf. Is 7,14; 42,1, ecc.). Gesรน appare innanzitutto come un agnello, titolo presente solo nella letteratura giovannea (quarto vangelo e Apocalisse), ma non come un agnello guerriero che assume la difesa del gregge trionfando sui nemici, secondo lโ€™immaginario diffuso nellโ€™apocalittica giudaica di quel tempo, bensรฌ come un mite agnello che porta e toglie il peccato del mondo. Le due parole โ€œagnelloโ€ e โ€œpeccatoโ€ non sono molto presenti nel nostro linguaggio, anche se le cantiamo in ogni liturgia eucaristica. Sono parole ricche di significato, che vanno conosciute. Lโ€™agnello รจ segno della mitezza, della non aggressivitร , dellโ€™essere vittima piuttosto che carnefice. Agli ebrei ricordava lโ€™agnello pasquale, segno della liberazione, e lโ€™agnello immolato ogni giorno al tempio, per ottenere lโ€™assoluzione e il perdono del peccato del popolo. Poteva anche ricordare il Servo del Signore descritto da Isaia e Geremia come animale innocente, perseguitato e ucciso (cf. Is 53,7; Ger 11,19). Nella letteratura giovannea โ€œagnello di Dioโ€ รจ un titolo relativo a Gesรน, che nellโ€™innocenza di chi non ha peccato, nella mitezza di chi non ha mai commesso violenza, prende su di sรฉ e quindi toglie da noi il peso del nostro cattivo operare, lโ€™ingiustizia di cui tutti siamo responsabili. Questa la liberazione radicale che ci ha portato Gesรน, lโ€™Agnello della Pasqua unica e definitiva, lโ€™Agnello che ci riconcilia con Dio per sempre.

Giovanni gli rende dunque testimonianza perchรฉ questa รจ la sua missione. Perciรฒ proclama la propria esperienza: โ€œHo contemplato lo Spirito discendere e rimanere su di luiโ€. Questa esperienza corrisponde a una parola ricevuta in anticipo da Dio: โ€œLโ€™uomo sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, รจ lui che battezza nello Spirito santoโ€. Egli aveva solo immerso nellโ€™acqua per preparare la venuta del Signore: anche il Signore immergerร , ma nel fuoco dello Spirito santo (cf. Mc 1,8 e par.). E la testimonianza risuona con forza: โ€œSรฌ, io visto e ho rendo testimonianza che questi รจ il Figlio di Dio, lโ€™Eletto di Dioโ€. Questa la vera conoscenza di Gesรน da parte di Giovanni, conoscenza non acquisita una volta per tutte ma sempre da rinnovare, come ricordano gli altri vangeli (cf. Mt 11,2-6; Lc 7,18-23).

E ciรฒ vale anche per noi: non dobbiamo mai pensare di avere una conoscenza, unโ€™immagine di Gesรน nostra definitivamente acquisita, ma dobbiamo sempre rinnovarla con lโ€™assiduitร  al Vangelo. Altrimenti, se prevalgono le nostre proiezioni su di lui, anche Gesรน puรฒ essere per noi un idolo. Non basta affermare: โ€œCiรฒ che abbiamo di piรน caro nel cristianesimo รจ Gesรนโ€, occorre che sia il Gesรน che รจ Vangelo e il Vangelo che รจ Gesรน! Il rischio รจ confessare un Gesรน nostro idolo, manufatto da noi. Solo la confessione che non conosciamo pienamente Gesรน ci spinge a conoscerlo invocando la sua rivelazione da parte di Dio.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi