don Vincenzo Leonardo Manuli – Commento al Vangelo del 18 Giugno 2023

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Pregate, .. andate, .. predicate, .. guaritedateliberate, .., tutti verbi di movimento e di azione, che partono dal cuore compassionevole di Gesù, che sa guardare, curare e salvare. Mi colpisce il vangelo di questa domenica, perché Gesù spoglia il suo cuore, vede folle smarrite, sbandate, mancano pastori che hanno a cuore le pecore, e dopo aver chiamato gli apostoli, li invia per la missione con l’impegno e alcune istruzioni da osservare.

Popolo .. pecore …

Cuore che ami salvaci!

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Siamo popolo che appartiene a Dio, sua proprietà particolare, simbolicamente rappresentati dal Pastore e dalle pecore. Come mai Gesù usa la metafora delle pecore e non di altri animali? Perché le pecore si smarriscono e poi non sanno rientrare all’ovile, perché hanno bisogno di una guida. C’è una appartenenza che la liturgia di questa domenica mostra, Dio e il suo popolo, e invia pastori umani per accudire il suo gregge.

Guide .. pastori …

Cuore trafitto perdonaci!

La preghiera a cui Gesù invita è per gli operai del vangelo, vocazioni non solo religiose o sacerdotali, operai nella vigna del Signore che siano pastori che stanno sulla strada e non funzionari del sacro, pastori disinteressati e non mercenariin uscita, che rischiano e osano, che condividano i problemi della gente: piangere con chi piange, gioire con gioisce. Oggi ci si lamenta che i cristiani sono pochi, ma ciò che più importa che ci sono pochi cristiani, qualità e non quantità qualifica la diagnosi socio-pastorale. 

Compassione .. cura ..

Cuore sanguinante riparaci!

Tutto nasce dalla compassione, “il Maestro prova dolore per il dolore del mondo, il molto dolore dell’uomo. Gesù è la compassione, il pianto di Dio fatto carne” (E. R.). Oggi c’è bisogno di persone dedite alla causa del vangelo che vivano relazioni prossime e non a distanza, vicinanza che rende l’amore cristiano ciò che deve essere. Gesù è commosso, piange, si rivolge dentro di lui un dolore come le viscere materne perché vede le folle sfinite, stanche e senza pastori; egli prega, sceglie, manda: “E chiama i dodici e lo affida loro: dovranno preservare, custodire, salvare la compassione, il con-patire, il meno zuccheroso dei sentimenti. Salvarlo e seminarlo nel mondo, attraverso sei azioni: predicate, guarite, risuscitate, sanate, liberate e donate. La missione è duplice: predicare e guarire la vita, o almeno prendersene cura” (E. R.).

Dodici e di più 

Cuore amante riconciliaci!

Sceglie dodici, ma molti di più, un numero simbolico che indica le dodici tribù di Israele, i dodici mesi dell’anno, la pienezza, e mette insieme una squadra scassata: pescatori, terroristi, conservatori, intellettuali, persone fragili e di pessimo carattere, attaccabrighe, chi tradisce; insomma non sono stinchi di santi. Gesù affida a loro la missione all’insegna della gratuità, trasmette quello che hanno ricevuto, fa partecipare alla sua missione persone che investano cuore e tempo, volontà e responsabilità, occhi e cuore che battono per l’umanità ferita e smarrita.

  • Dio ha posto il suo sguardo su di me. Sono  disponibile ad accoglierlo?
  • Nel battesimo è inclusa la missione. In quale campo sono chiamato ad essere suo testimone? 

Dio ha un cuore spezzato. Dio ha un cuore appassionato. Dio ha un cuore che batte di tenerezza. Dio ha un cuore trafitto, perché incompreso. Dio ha un cuore di madre, che ama fino al dono della vita.

Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link all’articolo del suo blog

Don Vincenzo è nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nell’Università Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesù. []