Myriam, la Maddalena, allโalba dellโOttavo giorno vede il Signore risorto.
Di che visione si tratta? Non certamente quella data dagli occhi del corpo. I nostri occhi, i nostri sensi, sono preposti a guardare solo lโapparenza, la forma attraverso cui il reale si dร a noi.
Myriam vede oltre, dietro il reale. Vede lโEssenza. Come avesse alzato il velo dellโinganno, dellโillusione che tutto copre e nasconde, rimanendo senza fiato, piena di stupore di fronte al nuovo mondo che le si appalesa.
Risvegliata alla parte piรน sensibile della sua anima, Myriam vede e fa esperienza dellโimmaginale, ossia il luogo in cui si corporalizzano gli spiriti e in cui si spiritualizzano i corpi. Lโimmaginale (che non รจ lโimmaginario, il sogno) รจ un grado dโesistenza โsuperioreโ al possibile.
La Maddalena venuta alla luce di Sรฉ, ha compiuto un passaggio di soglia, e lร scopre il mondo dietro questo mondo, e oltre al possibile ha esperito lโimpossibile. Perfezionato il terzo occhio, o gli occhi del cuore, ora vede lโEssenziale altrimenti invisibile agli occhi di carne.
Myriam, la Maddalena entra cosรฌ tra ยซcoloro che operano una โfratturaโ nello scorrere deterministico del loro tempo, schegge luminose nella carne opaca della nostra storia, degli istanti che introducono nel chrรณnos la verticalitร e lโapertura che โsalvaโยป (Leloup).
Il suo โimmaginaleโ, ciรฒ che ora lei vede รจ scevro della materia da vedere: senza corpo da toccare, e pur tuttavia ella vede Colui che ha dato forma a quel corpo e a quella materia che una volta, quando vivevano nello stesso spazio-tempo, ha potuto conoscere sensibilmente.
Myriam ha compiuto sโรจ detto, un passaggio di soglia. ร entrata in โun mondo altroโ, per via dโaffinamento della sua parte spirituale. Lei la risvegliata ha potuto vedere il Risorto!
Il Signore non รจ risorto. Eโ il Risorto. Lo รจ sempre stato: la questione รจ che non lo siamo noi; abbiamo occhi oscurati, menti obnubilate, abituati a muoverci nelle apparenze e a vivere di sogni. Lasciato cadere i nostri attaccamenti, disposti a venire alla luce di noi stessi ci risveglieremmo e ci apriremmo alla realtร autentica, a quello che รจ, e che รจ sempre stato lรฌ.
Piรน avanti Gesรน dirร alla donna: โNoli me tangereโ, โNon mi trattenereโ, non ricondurmi alle categorie del conosciuto, del sensibile e concettuale con cui mi hai sempre conosciuto. Lascia andare. Apriti ad unโaltra modalitร di conoscenza: affina il tuo mondo interiore.
Sono queste le parole che dovremmo fare nostre se vogliamo โfare esperienza di risurrezioneโ, ossia giungere ad una consapevolezza superiore, โaltraโ rispetto a quella in cui siamo abitualmente immersi, e in cui presumiamo di conoscere โdioโ attraverso le nostre immagini, le nostre categorie, le nostre definizioni. Sarร quando diverremo ciechi che impareremo finalmente a vedere e a conoscere.
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Chiusi gli occhi allโapparenza e allโillusione attraverso cui questo mondo si dร a noi, gli apriremo sullโessenziale, sul Reale, su ciรฒ che non รจ destinato a finire.
San Paolo caduto a terra sulla via di Damasco, non vide piรน nulla. E fu solo allora che vide Dio e ne fece finalmente esperienza.
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato