La legge si riassume in un unico verbo: Amerai. Espresso al futuro perché possiamo sempre migliorare.
don Mauro
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IL FONDAMENTO
La predicazione dei primi evangelizzatori che portavano il messaggio cristiano ai pagani, si basava su un semplice annuncio (kerygma in greco): Dio si è incarnato in Gesù che è morto per noi ed è risorto. Non è stato l’uomo a cercare Dio, ma è Lui che si è abbassato per trovare l’uomo. Tutto nasce da un atto di amore gratuito del Creatore, che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, cioè che dà la vita e la libertà ad ogni uomo. Se dunque l’Infinito si fa finito per amore nostro, noi siamo chiamati a rispondergli.
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Da qui il precetto più importante: amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Dio è padre, non solo perché dà origine alla creazione, ma soprattutto perché accompagna e fa crescere. Ogni papà si preoccupa di nutrire i suoi figli e veglia su di loro, cerca di capire come indirizzarli e correggerli e come permettere loro di realizzarsi.
Ci vuole una grande pazienza perché da giovani si crede di sapere e di poter giudicare, per cui i genitori devono sapersi muovere anche con un po’ di astuzia. Dio padre fa proprio così, sopporta la nostra pretesa di autosufficienza, ci offre molte opportunità ed è sempre pronto a riprenderci indietro quando torniamo scornati sui nostri passi.
Se davvero lo amiamo con tutto il cuore dobbiamo fare come lui e attuare così il secondo precetto: amerai il tuo prossimo come te stesso. Come dire, amerai perché sei stato amato. La memoria è importante. Non solo per ricordare i crediti, ma anche i debiti. Il libro dell’Esodo invita proprio a questo: Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.
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È piuttosto attuale questa raccomandazione. Siamo cristiani eppure a volte la memoria è corta, non solo dimentichiamo che anche noi siamo stati poveri e costretti ad emigrare, ma non ricordiamo nemmeno il precetto dell’amore. Da che l’uomo è al mondo il sangue che viene versato ingiustamente grida vendetta verso Dio.
Ogni povero che è maltrattato, dice Dio nell’Esodo, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. Perciò amare il prossimo vuol dire vivere meglio, perché è seminare gratitudine e prepararsi un futuro migliore. Questo precetto è il cardine della cattolicità , cioè dell’universalità , della nostra fede.
Non ci sono confini nazionali o differenze razziali che tengano. Ci fa capire anche l’importanza di essere comunità . Come possiamo provare che sappiamo amare Dio se non riusciamo ad amarci tra noi? Gesù si incontra nei fratelli, soprattutto se sono bisognosi o sofferenti.
Mt 22, 34-40 | don Mauro Pozzi 113 kb 11 downloads
La legge si riassume in un unico verbo: Amerai. Espresso al futuro perché possiamo…- AUTORE: don Mauro Pozzi
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