Sulleย rive dellaย nostraย vita:ย riconoscere,ย amare,ย seguire!
Siamo nella terza domenica di Pasqua, e il Vangelo di Giovanni ci porta sulle rive del lago di Tiberiade, un luogo familiare ai discepoli, un luogo di lavoro, di fatica, ma oggi anche un luogo di un nuovo, sorprendente incontro con il Signore Risorto.
Dopo gli eventi sconvolgenti della Passione, Morte e Risurrezione, sembra quasi che i discepoli cerchino di tornare a una sorta di normalitร . Pietro, forse un poโ smarrito, dice: ยซIo vado a pescareยป. E gli altri lo seguono. Tornano al loro mestiere, a ciรฒ che conoscevano prima dellโincontro con Gesรน. Quante volte anche noi, dopo momenti forti di fede o esperienze spirituali intense, sentiamo il bisogno di tornare alla nostra ยซnormalitร ยป, alla nostra routine, forse anche con un velo di stanchezza o di incertezza sul futuro?
Ma quella notte, la loro fatica รจ vana. ยซNon presero nullaยป. Questo dettaglio non รจ casuale. Ci ricorda che senza di Lui, senza la Sua presenza e la Sua guida, le nostre fatiche, anche quelle piรน oneste e impegnate, rischiano di rimanere sterili, vuote. Possiamo darci da fare in tanti campi โ nel lavoro, in famiglia, persino nelle attivitร pastorali โ ma se manca il collegamento vitale con Cristo, rischiamo di gettare le reti invano.
Ed ecco che, alle prime luci dellโalba, una figura appare sulla riva. Non lo riconoscono subito. ร Gesรน, ma i loro occhi sono come velati. Ci chiede, come chiese a loro: ยซFiglioli, non avete nulla da mangiare?ยป. ร la domanda di chi si prende cura, di chi conosce la nostra stanchezza e la nostra fame. Poi, lโindicazione: ยซGettate la rete dalla parte destra della barca e trovereteยป. ร un invito alla fiducia, a provare ancora, ma questa volta seguendo la Sua parola.
I discepoli obbediscono. Forse per sfinimento, forse per unโintuizione nascosta. E avviene il miracolo: una pesca cosรฌ abbondante che non riescono nemmeno a tirare su la rete. ร in questo segno sovrabbondante, in questa generositร inattesa che supera ogni sforzo umano, che il discepolo amato, Giovanni, riconosce il Maestro: ยซร il Signore!ยป.
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Come possiamo riconoscere il Signore nella nostra vita oggi? Forse non sempre in eventi straordinari, ma spesso nei segni della Sua Provvidenza, in un aiuto inaspettato, nella forza che troviamo dopo aver pregato, nei frutti abbondanti che raccogliamo quando agiamo secondo la Sua volontร e non solo secondo i nostri calcoli. Lo riconosciamo nellโEucaristia, dove Egli stesso si fa cibo sulla riva della nostra esistenza. Lo riconosciamo nella comunitร riunita nel Suo nome.
Lโincontro sulla riva culmina in due momenti significativi: il pasto preparato da Gesรน stesso โ pane e pesce arrostito, segno della Sua cura premurosa e anticipazione del banchetto eucaristico โ e il dialogo intimo e toccante con Pietro.
ยซSimone, figlio di Giovanni, mi ami piรน di costoro?ยป. Per tre volte, Gesรน pone a Pietro la domanda sullโamore. Tre volte, come tre erano state le negazioni di Pietro nel cortile del sommo sacerdote. Non รจ un rimprovero, ma una possibilitร di guarigione, di redenzione. Gesรน non chiede a Pietro se รจ pentito, se si sente in colpa, ma gli chiede se lo ama. Lโamore รจ la chiave per la ricostruzione, per il perdono, per un nuovo inizio. Pietro, addolorato ma sincero, risponde con umiltร : ยซSignore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio beneยป. Usa un amore piรน umano, affettivo (philรฉo), ma Gesรน lo accoglie. Lo accoglie lรฌ dovโรจ, con lโamore che รจ capace di dare in quel momento.
E ad ogni affermazione dโamore, segue un mandato: ยซPasci i miei agnelliยป, ยซPascola le mie pecoreยป. Lโamore per Cristo non puรฒ rimanere un sentimento intimo e privato. Deve tradursi in cura per gli altri, in servizio concreto verso i fratelli e le sorelle, specialmente i piรน fragili (โagnelliโ) e lโintera comunitร (โpecoreโ). Amare Gesรน significa prendersi cura di ciรฒ che Lui ama.
Infine, lโinvito perentorio: ยซSeguimiยป. Dopo aver riconosciuto il Signore, dopo avergli professato il nostro amore (anche se imperfetto), dopo aver accolto il mandato di servire, non resta che una cosa: seguirlo. Seguirlo sulla via che Lui traccia, che per Pietro significherร dare la vita, ma che per tutti noi significa conformare la nostra esistenza alla Sua, giorno dopo giorno, nelle gioie e nelle fatiche.
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Ebbene, anche noi oggi siamo su quella riva. Forse stanchi per le nostre notti infruttuose, forse incerti sul futuro. Il Signore Risorto รจ qui. Ci chiede se abbiamo qualcosa da ยซmangiareยป per la nostra anima. Ci invita a gettare di nuovo le reti con fiducia nella Sua parola. Ci prepara un pasto che ristora. Ci chiede, con infinita tenerezza: ยซMi ami tu?ยป. E se, come Pietro, rispondiamo con sinceritร dal profondo del nostro cuore, Egli ci affida i Suoi fratelli e ci dice ancora: ยซSeguimiยป.
Che lo Spirito Santo ci doni occhi per riconoscerlo presente nella nostra quotidianitร , un cuore capace di amarlo sopra ogni cosa, e piedi pronti a seguirlo sulla via del servizio e dellโamore. Amen!
Per gentile concessione di don Lucio, dal suo blog.
Chi รจ Don Lucio D’Abbraccio?
Don Lucio D’Abbraccio
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