Unย gruppo di discepoli a dir poco singolare, si ritrova in un giorno imprecisato in un luogo preciso, presso il mare di Tiberiade come il solo Giovanni chiama il Kinneret, il lago sulle cui sponde Gesรน sei cresciuto e hai svolto la prima parte del Tuo ministero.
Il gruppo รจ composto da Simon Pietro – come il quarto Vangelo ama chiamarlo, con poche eccezioni -, Tommaso detto Didimo, cioรจ โGemelloโ che abbiamo appena incontrato, portavoce di chi fatica a credere. Poi cโรจ Natanaele di Cana di Galilea, il quarto discepolo chiamato, ricordato nel primo capitolo a cui Ti rivolgi come un โIsraelita in cui non cโรจ falsitร โ.
I figli di Zebedeo – Giacomo e Giovanni – che in questo vangelo non vengono mai chiamati per nome – dietro il secondo si cela, in parte, il discepolo amato – e infine โaltri dueโ. In tutto fanno sette, come gli uomini necessari per leggere la preghiera della mattina del sabato ebraico, il giorno della festa.ย
Ricapitolando, abbiamo un gruppo eterogeneo che comprende il responsabile della comunitร , chi fa i conti con il dubbio, chi ha fama di veritiero, colui che sta raccontando la storia, suo fratello ed altri due. A loro Ti โriveliโ, porti alla luce i misteri di Dio, un tema caro a questo evangelista.
Si trovano in Galilea, come nei sinottici Tu hai chiesto – nel racconto di Giovanni no – cioรจ il luogo che รจ alle radici della loro vocazione e della Tua rivelazione.
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Decidono di andare a pesca. Di certo alcuni di loro pescatori non sono, forse questo basta a giustificare il fallimento dellโidea. Non dobbiamo pensare a canne o reti di oggi: allora si pescava con i giacchio, una rete circolare lanciata facendola ruotare – per i giovani: come un grande frisbee – e poi faticosamente recuperata tirandola in alto dal centro.
Come spesso accade nei racconti post pasquali, Tu Ti manifesti, โstaiโ, ma loro non Ti riconoscono. Il Vangelo cโinforma che sei Tu ma in Te cโรจ qualcosa di nuovo, di diverso, ed รจ necessario che accada qualcosa per poterti riconoscere.
Chiedi se hanno da mangiare, il riferimento รจ a pane e pesci. La loro risposta รจ secca e triste: โnoโ.
Capiamo che in un episodio di vita il Vangelo ci racconta unโavventura spirituale. La conversazione tra Te e i sette sulla barca – lontana โcento metriโ – non รจ realistica. Infatti quando arriveranno a terra troveranno pane e pesce e sarai Tu ad offrirlo a loro. Intanto gli chiedi di lanciare le reti dalla โparte destraโ, perchรฉ? I pescatori oggi raccontano che รจ la parte sbagliata, quella che non si usa, giรน di mano. Davanti al fallimento Tu li rinvii proprio lรฌ. A questo punto vederlo tramutato in successo permette agli occhi di chi ama di riconoscerti.
Pietro no ma si fida, non interpone indugi, si getta in mare. Arrivano tutti, vedono il fuoco che giace col pesce che giace anchโesso, come giacevano le bende, il Tuo corpo ed i sudario. Tu chiedi comunque di portare quanto hanno preso e sarร Pietro a tirare a terra la rete, che non si rompe, piena di centocinquantatrรฉ grossi pesci. Un numero che rimanda ai popoli della terra ma anche al Tuo Nome – in ebraico i numeri non ci sono, usavano le lettere ed ogni parola veniva rappresentata anche dalla somma dalle lettere/numeri che la costituivano -.
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A questo punto cโรจ da parte Tua lโinvito di venire a mangiare, da parte loro una domanda, centrale ma inespressa: โchi seiโ? Ci accompagna dal primo dialogo con i discepoli quando Tu chiedi โche cercateโ e loro rispondono โdove abitiโ? La risposta ora la conoscono: sei il Signore.
Segue il meraviglioso dialogo con Pietro – figlio di Giovanni, che significa misericordia, amore, suo padre si chiamava Giona – in cui di fronte alla richiesta da parte Tua di un amore pieno, divino, lui non sa rispondere che con il povero amore umano di un amico. Fino a che Tu Ti accontenti e lui capisce la propria piccolezza. Qui parte la sua vocazione, qui cโรจ il Tuo โseguimiโ!
don Claudio Bolognesi