Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 3 Aprile 2022

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Il giudizio di salvezza

Questo brano del Vangelo cosรฌ denso e popolare, che viene tradizionalmente collocato nellโ€™ottavo capitolo del Vangelo di Giovanni, ha fatto discutere molto sulla sua paternitร  giovannea sin dai primi secoli della Chiesa. Nonostante non sia messa in discussione la sua canonicitร  e autenticitร  storica, gli studiosi vi hanno colto chiari segni di uno stile, un lessico e uno sviluppo narrativo diverso dalla teologia di Giovanni, ma piรน prossima a quella di Luca, lโ€™Evangelista della Misericordia.

Gesรน, in apertura della narrazione, viene descritto nel Tempio di Gerusalemme, cuore della geografia religiosa di Israele. Dalla sua persona scaturisce un fascino speciale, unico, tanto che tutto il popolo รจ attratto da Lui. Non alcune categorie particolari, ma tutti: possiamo immaginare tra questa folla sterminata piccoli e grandi, buoni e cattivi, gente sincera e anche gente animata da sentimenti ostili. Egli non si tira indietro, ma dona loro la cosa piรน importante, ossia la sua Parola di veritร , attraverso la quale li ammaestra, volendoli liberare dallโ€™ignoranza e dal peccato.

Non dobbiamo mai dimenticarlo: lโ€™opera salvifica di Gesรน รจ sempre una vera liberazione dalle tenebre dellโ€™ignoranza, del male e del peccato. Questo donarsi senza riserve a servizio della veritร  e della salvezza, espone il Maestro anche agli attacchi subdoli di coloro che vogliono coglierlo in fallo. Egli, tuttavia, sa condurre al bene anche queste cattive intenzioni umane, sfruttandole come occasioni per annunciare lโ€™amore. Come in diverse pagine del Vangelo, anche qui scribi e farisei benpensanti vogliono cogliere in fallo Gesรน, strumentalizzando la condizione di una povera donna peccatrice, sorpresa in flagrante adulterio. Secondo la legge del Levitico (Lv 20,10) e del Deuteronomio (Dt 22,22-24), si trattava certamente di uno dei peccati piรน gravi nella comunitร  di Israele, da punire addirittura con la morte della colpevole e del suo complice, โ€œper estirpare il maleโ€ alla radice.

Il Maestro non risponde subito con le parole, ma con un gesto carico di significato: chinatosi, scrive con il suo dito a terra. Tra le varie letture che sono state proposte per questo gesto misterioso e profetico di Gesรน, sembra potervisi cogliere un riferimento allโ€™antico dono della Legge fatto da Dio a Mose, che aveva scritto con il suo dito le sue parole sul monte Sinai (cf. Dt 9,10). Scrivendo a terra con il suo dito divino, il Figlio di Dio, il nuovo Mosรจ, conferma che non รจ venuto ad abolire la Legge, ma a darle pieno compimento (cf. Mt 5,17). Egli, con lโ€™autoritร  divina che possiede, scrive la nuova legge, quella dellโ€™amore.

I suoi interlocutori desideravano una risposta che ponesse Gesรน in contrasto con quanto previsto dalla Legge di Mosรจ, se avesse detto che la donna non doveva essere punita per quanto aveva commesso, oppure se ne avesse deciso la morte, il contrasto sarebbe stato con quanto stabilito dalla legge romana, per cui era vietato mettere a morte chiunque al di fuori dellโ€™autoritร  della lex romana. Il Maestro, perรฒ, spiazza tutti: il male va certamente punito ed estirpato, ma chi, fra gli uomini, puรฒ arrogarsi tale prerogativa?

Quante volte anche noi, in preda alle nostre manie di protagonismo abbiamo la presunzione di poter mettere apposto le cose, senza Dio, o addirittura al di sopra di Lui! La gravitร  del peccato della donna รจ un fatto che Gesรน non mette in discussione. Sullโ€™altro piatto della bilancia, perรฒ, sta anche il peccato delle persone che โ€“ piene delle loro pseudo-certezze religiose โ€“ si arrogano il diritto di condannare la donna. La parola di Gesรน tocca i presenti, che non possono far altro che uscire di scena in silenzio.

Eโ€™ cosi, dunque, che Cristo viene lasciato solo: รจ Lui lโ€™unico a poter giudicare la donna, perchรฉ รจ Dio! Il suo giudizio, perรฒ, non รจ di condanna e di morte, ma di salvezza! Nello scambio personale con la donna, immagine di quel dialogo profondo che Cristo realizza amorevolmente con ciascuno di noi, specialmente nel momento in cui sperimentiamo la nostra fragilitร  e la nostra miseria, Gesรน chiama il peccato per nome, ma offre anche lโ€™opportunitร  di tornare a vita nuova, di voltare pagina per sempre e di cominciare sempre di nuovo!


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