Don Luciano Labanca – Commento al Vangelo del 2 Ottobre 2022

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Il dialogo necessario ed insistente

La categoria più adatta per comprendere la misura del nostro rapporto con Dio è senz’altro quella dell’amicizia. Si tratta di un rapporto libero, che ci completa e rende lieto il nostro cuore. Un’amicizia si nutre e si sviluppa con lo scambio, la condivisione e la conversazione. Così, anche il nostro rapporto con Dio, se fosse privo di quel dialogo profondo e di quella conversazione costante che è la preghiera, sarebbe una semplice relazione formalistica ed istituzionale, priva dell’amore.

Parlando ai suoi discepoli, Gesù li catechizza sul senso della preghiera: essa non è un dovere, come qualche volta siamo portati a pensare, ma una vera esigenza, una necessità. Come respirare, mangiare, bere, coprirsi sono necessità primarie per la vita umana, così la preghiera è necessaria per la nostra vita spirituale, ossia per un rapporto vivo con Dio. Come il respiro non può fermarsi, così anche la nostra preghiera deve essere continua, instancabile, senza interruzioni.

Attraverso la parabola del giudice disonesto, senza riguardo per alcuno, Gesù punta su una caratteristica fondamentale della preghiera, quella dell’insistenza. Non ci si può stancare di dialogare con Dio, di conversare con Lui, di parlargli e ascoltarlo, di chiedere e supplicare. Se una persona così umanamente miserabile come questo giudice, di fronte all’insistenza di una persona povera, emarginata e indifesa come una vedova, finisce per farle giustizia perché non la sopporta più, quanto più Dio, che ci ama veramente, prontamente ascolterà le nostre preghiere e suppliche.

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Come la vedova, affamata e assetata di giustizia, non si arrende finché il giudice non compie la sua richiesta, allo stesso modo anche noi dobbiamo rimetterci totalmente nelle mani di Dio, confidando che Egli non ci abbandona mai. Quando c’è questa fiducia profonda, che è certamente segno della fede vera, non possiamo temere che Dio non ci dia quanto è necessario per la nostra salvezza.

Questo ultimo aspetto è di fondamentale importanza nel nostro rapporto con la preghiera: non possiamo mai pensare che Dio debba a tutti i costi darci quello che gli chiediamo, ma dovremmo  essere aperti totalmente alla sua volontà.

Più che chiedergli con insistenza quello che vogliamo, in questo dialogo necessario ed insistente che è la preghiera, dovremmo chiedergli di poter volere quello che Egli ci chiede, in altre parole: “sia fatta la tua volontà”.

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