Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 19 Settembre 2021

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Al discorso di Gesรน riguardante la sua cattura, morte e resurrezione nel terzo giorno ยซi discepoli non capivano queste parole e avevano timore di interrogarloยป (Mc 9,32).

ยซDi cosa stavate discutendo per la strada?ยป (Mc 9,33) รจ la domanda retorica che Gesรน pone per stanare subito il problema che risiede alla base della loro incomprensione, poichรฉ sa bene che dibattevano su chi dovesse essere il piรน grande fra loro. Tra il discorso di Gesรน e la discussione dei discepoli esiste un totale scollamento di pensiero. Dio e lโ€™uomo parlano due lingue diverse, e qui risiede lโ€™origine di tanta sofferenza nella vita terrena. รˆ una situazione che, sistematicamente, si ripresenta nei vangeli e nella nostra esistenza: Gesรน parla di missione mentre gli apostoli โ€“ e noi con loro โ€“ parlano di realizzazione personale.

รˆ uno scontro tra due sapienze: quella dallโ€™alto di Dio e quella dal basso umana, che non comprende la prima. Per capire Dio รจ necessario smontare le proprie comprensioni. Il problema non รจ capire qualcosa di nuovo, ma mettere in discussione ciรฒ che sappiamo giร . Nellโ€™apprendimento mu-sicale di uno strumento le lezioni piรน importanti sono le prime due, perchรฉ in esse si insegna โ€œlโ€™impostazioneโ€, ossia il modo corretto con cui sviluppare lo studio, le fondamenta che garantiscono il successo nella crescita musicale. E non esiste nulla di piรน difficile del cambiare unโ€™impostazione sbagliata ossia disimparare quanto appreso: si fa una fatica immane e non sempre si riesce. Lo stesso avviene per comprendere la parola di Dio: finchรฉ non si annienta la propria impostazione di pensiero โ€“ quella legata alla realizzazione personale โ€“ non si รจ in grado di comprenderla, accoglierla e viverla. Si pone dunque un bivio tra il perseguire il primo posto o agire secondo i piani di Dio; vivere secondo lโ€™angoscia del proprio ego con le sue competizioni o scoprire la meraviglia di ciรฒ a cui Dio ci ha chiamati e predestinati, che possiamo liberamente accettare o rifiutare; vivere per qualcosa che sul momento appare garanzia di felicitร , che sistematicamente si rivela non esserlo perchรฉ poi si corrompe, oppure vivere seguendo i passi di Gesรน, che passerร  dalla tribolazione e dalla morte, ma certamente vivrร  la resurrezione vera, e noi con lui.

Per entrare nella propria missione รจ necessario stanare la larvata menzogna nascosta nel cuore che afferma lโ€™uomo come padrone della propria vita. Lโ€™esistenza tesa allโ€™auto-affermazione sarร  sempre un tiro alla fune contro la dura e spesso cinica realtร , che non asseconda le aspettative della realizzazione personale. Tante volte non capiamo ciรฒ che Gesรน dice perchรฉ dobbiamo prima smontare la centralitร  affermativa della nostra esistenza. Se in un matrimonio โ€“ ad esempio โ€“ non si vive la chiamata a trascendersi per amare, per servire, per entrare nellโ€™avventura di rendere felice la persona che Dio ha affidato allโ€™altro, il consorte diventerร  servo, pura funzione in cui uno รจ padrone e lโ€™altro schiavo.

Seguire Cristo significa fidarsi del fatto che la sua meta รจ la piรน grande e la migliore in assoluto: il Padre, la nostra vera casa, il luogo dove siamo amati in quanto figli, e dunque eredi di tutto ciรฒ che Dio possiede.

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Solo Cristo conosce la strada che certamente conduce a Lui. Seguiamolo con spirito di bambini, che non si pongono le domande degli adulti e sanno essere spensierati, capaci di conservare la gioia.


Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli