don Franco Scarmoncin – Commento al Vangelo di domenica 22 Ottobre 2023

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 22,15-21

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Premessa:

         in queste ultime domeniche abbiamo ascoltato le parabole di Gesù tutte orientate a convincere la classe dominante religiosa ebraica: farisei, scribi, sacerdoti del Tempio, ecc… a convincerli di essere il Messia atteso,

mandato da Dio. Dovevano credergli… magari guardando le sue opere (miracoli).

Le parabole riferite ai Capi religiosi:

– la pianta selvatica e affidata agli operai perché produca più frutto;

– gli operai chiamati a lavorare a tutte le ore e pagati tutti con un denaro;

– dei due figli richiesti di andare a lavorare: uno di no e poi va, quell’altro di sì ma non va;

– i contadini omicidi che vorrebbero impadronirsi della campagna del Padrone, uccidendo il Figlio;

– del fattore infedele e disonesto, che decide di rinunciare ai beni terreni per farsi degli amici (Luca 16),

– il pranzo di nozze del Re per suo Figlio (Mt cap. 22);

– l’invitato senza la veste nuziale…

Gesù Non riuscirà nel suo tentativo,

anzi sarà messo a tacere.

La conclusione dei tentativi di Gesù

è la pagina del Vangelo di oggi:

i capi religiosi si incontrano per mettere alle strette Gesù e poterlo accusare davanti al popolo

e alle autorità romane.

La questione è data dalle tasse esose:

“Si devono versare le tasse ai Romani?

N.B. La gente era poverissima;

le tasse erano talmente alte

che nessuno riusciva a pagarle

e contemporaneamente farsi un piccolo gruzzolo

per soddisfare le minime esigenze famigliari.

Si mangiava una sola volta al giorno…

quando si lavorava.

Qual era la questione?

– tutti odiavano, come noi, pagare le tasse,

perché erano eccessive

– pagare le tasse ai Romani

era un riconoscere agli invasori un diritto

e sovvenzionare le loro guerre e i soprusi;

– sotto la cenere covava una forma di odio e ribellione

verso i Romani che scoppiava di tanto in tanto,

e terminava di solito con il massacro di decine

di rivoltosi, gli zeloti, estremisti armati.

L’inganno

a cui Gesù deve sottrarsi è:

– se dice SI’ bisogna pagare le tasse ai Romani;

sarebbe stato accusato di collaborazionismo

davanti al popolo 

e la gente avrebbe preso le distanze da Gesù:

– se avesse detto NO

lo avrebbero accusato davanti a Ponzio Pilato

di insubordinazione e di ribellione

e condannato.

Qualsiasi risposta Gesù avesse dato:

era finito!

Invece Gesù chiede una moneta,

perché la moneta è coniata dall’imperatore

Tiberio Cesare ed è sua;

quella moneta deve ritornare a chi l’ha coniata.

In altre parole: le tasse si devono pagare

in modo che il potere politico, civile, militare

possa mettere a disposizione

alcuni servizi alla popolazione:

strade, sicurezza, difesa da nemici, Tribunali,

oggi: ospedali e sanità, scuole, energia elettrica,

mezzi di trasporto, Amministrazione Pubblica,

lavori di utilità pubblica,

messa in sicurezza del territorio,

Esercito e Forze dell’Ordine, impiegati, pensioni,

ferrovie, turismo, musei, ricerca universitaria,

aiutare le famiglie e le persone in difficoltà, ecc…

Quindi le tasse bisogna pagarle,

per avere i servizi di cui abbiamo bisogno;

vanno pagate,

da tutti,

in proporzione delle loro possibilità.

N.B. Se le avessero pagate e non si fossero ribellati

nel 70 d.C. Gerusalemme non sarebbe stata distrutta

e non ci sarebbero stati migliaia e migliaia di morti.

Ma Gesù non si ferma qui.

Aggiunge:

“Quello che è di Dio, va dato a Dio”

Ma non esiste solo un potere civile, umano,

a cui si riconosce

il dovere di versare le tasse

per avere in cambio dei servizi.

C’ una parte dell’uomo che non è solo

pancia, muscoli, denaro, lavoro, servizi,

La persona è anche spirito, mente, cuore, sensibilità,

amore, bisogno di bene, bisogno di felicità,

è dialogo, cultura, bellezza, festa, musica, armonia,

socialità, arte, inventiva, fantasia, invenzione,

bisogno del sacro, fede, credulità, tradizione…

Tutto queste realtà della persona

non si soddisfano con la tasse.

C’è una parte della persona che deve essere

considerata e valorizzata: lo spirito.

La moneta che è di Cesare va restituita a Cesare,

sotto forma di tassa;

ma non tutto è moneta o monetizzabile.

La persona è di Dio

e va restituita a Dio.

Le persone sono infinitamente più importanti del denaro,

e vanno considerate, rispettate, riconsegnate

a chi le ha fatte e a cui appartengono: Dio.

Quindi “la Persona” non appartiene a Cesare

nè a nessun altro,

è una realtà a sè stante, un valore così grande

che non può essere di nessuno.

Ogni persona è di se stessa… e di nessun altro.

Perfino un bambino

non è dei genitori;

questi hanno solo il compito di

seguirlo, educarlo, nutrirlo,

portarlo ad essere autosufficiente…

Ma non è “roba loro” è di se stesso

e per chi crede: è di Dio!

Ogni persona è di Dio,

che è un Signore e un Padrone che non

esige o comanda, ma ama e si mette a servirci,

come nessun altro potere umano fa mai.

Fonte

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