
Non sono bastate nemmeno le dodici ceste avanzate…
La folla chiede ancora un segno, per vedere e credere…
Chiede a Gesรน di fare un’opera dinanzi alla quale ci si debba arrendere, non si possano nutrire piรน dubbi…
Richiama alla mente il dono della manna nel deserto: c’รจ un’opera piรน grande di questa? Puรฒ Gesรน superare questo prodigio?
Sono ancora legati all’idea di uno “stomaco” da riempire con un cibo, che, per quanto sia particolare, sempre cibo materiale rimane… Per loro il segno รจ qualcosa che “accontenta” un bisogno… Che sia manna o pane o pesce… Hanno bisogno di sperimentare sazietร …
Ma Gesรน, come sempre, cerca di proporre un salto…
Non vuole piรน “dare” qualcosa, secondo le aspettative dell’uomo affamato…
Piuttosto stupisce facendosi “pane della vita”, divenendo egli stesso nutrimento della parte piรน bisognosa e affamata dell’uomo, le sue profonditร piรน in-sensate, cioรจ affamate di senso, assetate di amore, bisognose di un cambiamento…
“Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrร fame e chi crede in me non avrร sete, mai!”
L’opera piรน grande non รจ “dare pane”…
L’opera piรน grande รจ “farsi pane”…
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Dietro alla domanda di ricevere nuovi segni, di vedere nuove opere, si cela la nostra pretesa di continuare ad avere pane che sazia, e quella resistenza che ci fa rimanere sempre gli stessi…
Quando, invece, abbiamo la possibilitร di accogliere il pane che รจ Gesรน Cristo e diventare noi stessi pane, acconsentendo alla piรน irreversibile delle trasformazioni: diventare noi stessi quello che vogliamo ricevere…
Fonte: Telegram | Pagina Facebook
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