don Alessandro Dehò – Commento al Vangelo del 29 Ottobre 2023

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Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

Se tu mi comandi d’amarti, mio Signore, significa che per te sono ancora capace d’amare, significa che non devo far altro che credere in me come mi credi tu, e sprofondare in questo amore che tu sei, e che mi abita.

Se tu mi comandi d’amarti significa che hai bisogno di me, dell’insignificante che io sono, e questo mi trafigge ancora di stupore.

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Se tu mi comandi d’amarti significa che il mendicante sei tu. E che io non ti scoprirò fino a quando non diventerò come te, benedicente nella fame, nella paura e nel bisogno straziante d’essere amato.  

Se mi comandi d’amarti, mio Signore, lo fai per trasformare tutti in te, e parti dall’inizio, da quel primo pianto che da quando siamo nati non smette di gemere il desiderio di essere rassicurati da braccia materne.

Se mi comandi d’amarti significa che anche tu soffri la solitudine di chi si sente dimenticato.

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Se mi comandi d’amarti è perché fuori dall’Amore c’è solo dissoluzione.

Se mi comandi d’amarti vuol dire che solo l’amore è credibile e che solo lui rimane, e così spero che tu sia rimasto accanto alle persone che ho amato e che non ci sono più. Ma anche dentro le storie delle persone che ho amato e che purtroppo ho dimenticato, nella trama delle vite delle persone a cui io non sono riuscito a far sentire il mio amore. Non ti chiedo di perdonare me, ma di rimanere in loro.

Se mi comandi d’amarti è per farmi capire che la vita non si capisce se non amandola, che l’unica chiave per accedere al Vero è l’amore.

Se mi comandi d’amarti vuol dire che io ho imparato a conoscerti solo nell’amore. E allora tu eri nei profumi della casa di nonna, nei libri di spiritualità della zia, nei pomeriggi di gioco, nell’averti respirato ogni giorno nell’amore dei miei genitori, nella passione per la chiesa delle persone che amandoci legavano me a te.

Se mi comandi d’amarti vuol dire che l’amore comanda, quando è sincero, e penso a mia madre e a questi quattro anni senza papà, e credo fermamente che tu sia in quella mancanza onnipresente, in quella fame d’amore che toglie il fiato, in quella nostalgia che trafigge tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente, e anche ogni cellula del corpo.

Se tu mi comandi d’amarti con tutto il cuore significa che anche oggi mi chinerò su me stesso e proverò a racimolare briciole, ne farò un mucchietto, sarà tutto quello che sono, e a te basterà, planerai su di me, ti nutrirai di me.

Per gentile concessione dell’autore don Alessandro Dehòpagina Facebook

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