Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 5 Giugno 2023

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Gesù nel tempio riprende il dialogo con i capi religiosi, raccontando una parabola.

Dio ci dona un terreno, con una siepe, delle leggi in cui restare che custodiscano la vita, ci fa un regalo totalmente gratuito e si allontana, ci lascia liberi. Siamo noi i padroni del nostro terreno, siamo noi a gestirlo.

Quando lui ritiene il tempo giusto, allora manda i suoi servi, i profeti, a raccoglierne i frutti. Capita però di non accogliere i suoi richiami, e che invece, ripiegati su noi stessi, interpretiamo la sua legge in maniera egoistica, come i capi religiosi, e non in un’ottica di amore. In altre parole, che sprechiamo il dono del Signore.

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Dio invece ha poi scelto proprio noi per coltivare la sua vigna, cioè per portare avanti la sua Parola, il suo messaggio di amore. E a volte non capiamo che sta chiamando noi, non capiamo il messaggio che ci sta mandando. Il pensare prima di tutto al nostro bene, agire secondo la nostra volontà e non secondo la volontà del Padre ci porta tante volte a rifiutare anche noi la chiamata di Dio.

Cerchiamo invece di aprire la nostra vigna al messaggio di Dio, per ringraziarlo dei doni che ci ha fatto e per condividerne i frutti con tutti. Allora anche noi pietre scartate potremo diventare pietre d’angolo.

Per riflettere

Sappiamo riconoscere le parole, i gesti del Signore, dai quali possiamo costruire meraviglie? Sappiamo riconoscere il suo dono e la sua chiamata a coltivare la sua vigna?

✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mc 12,1-12

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi