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Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 18 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 8,1-11

Il cammino verso Gerusalemme è ormai compiuto e lungo la via della croce, contemplando il Crocifisso, ci sarà chiesto di richiamare alla memoria tutte le volte in cui avremmo voluto alzare le pietre della giustizia per scagliarle contro qualcuno o forse contro noi stessi. Ci sarà chiesto di ricordare per permettere all’Amore crocifisso di riempirci di sé e aprirci alla vita di Dio, che non misura, ma salva. Sempre.

Nessuno merita il perdono in forza della propria giustizia personale, nessuno di noi può alzare la testa davanti a Dio in forza della bontà del suo cuore, ma tutti, nessuno escluso, possiamo stare ritti davanti a Dio perché figli amati, per i quali Dio continua a dare sé stesso. Gesù scrivendo a terra ricorda a tutti noi che Dio scrive il nostro peccato nella polvere, perché il soffio del suo amore lo spazzi via definitivamente.

Lui, unico che potrebbe condannare essendo l’unico senza peccato, non condanna perché sa che la lontananza da Dio non è l’ultima parola sull’uomo, che Dio aspetta una vita intera per raggiungerci.

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Al “chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra” le braccia si abbassano, le mani si aprono, le pietre cadono e quelli pronti a giudicare se ne vanno, uno ad uno.

Nel silenzio della strada, tra i sassi caduti a terra senza sangue, rimasero soltanto loro due, la misera e la misericordia: Gesù ha guardato negli occhi quella donna, ha letto nel suo cuore e vi ha trovato il desiderio di essere capita, perdonata e liberata. Gesù non è lì per giudicare, ma per aprire le porte ad una forza nuova, poche le parole, profondo lo sguardo e la miseria del peccato viene rivestita dalla misericordia dell’amore.

Una volta che si è rivestiti della misericordia, anche se permane la condizione di debolezza per il peccato, essa è sovrastata dall’amore che permette di guardare al futuro con speranza e ad essere pronta a rimettere in moto la sua vita; d’ora in avanti, se lo vorrà, potrà “camminare nella carità” (Ef 5, 2).

Per riflettere

Chiediamoci: se sta scrivendo di me, cosa sta scrivendo? Mi scrive una lettera? Mi scrive un messaggio? Mi ricorda una cosa? Mi ricorda una promessa che ho fatto e che non ho mantenuto? Mi dà un appuntamento?

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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