Vangelo del giorno di Mt 7,21.24-27
Chi fa la volontร del Padre mio, entrerร nel regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
IIn quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซNon chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerร nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontร del Padre mio che รจ nei cieli.
Perciรฒ chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarร simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perchรฉ era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarร simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grandeยป.
Parola del Signore.
Le chiacchiere stanno a zero, quando abbiamo a che fare con Dio. I discorsi di circostanza che tutti abbiamo imparato a memoria non servono a niente, nemmeno le buone intenzioni che accendono in noi un barlume di senso di colpa ma che, subito, si spengono travolte dagli impegni della quotidianitร .
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ร iniziato lโavvento: vorremo finalmente prepararci, questโanno, dedicare piรน tempo alla preghiera e al silenzio, alla meditazione prolungata. E, magari, mettere in cantiere una qualche opera caritativa. E spendere qualche soldo per un regalo che dia vita ai poveri e non effimere emozioni ai sazi.
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Poi il tempo passa, in fretta, e ci troviamo pieni di ennesime vuote parole e arriveremo alla vigilia di Natale, come spesso accade, consapevoli di non avere fatto quasi niente di quanto ci eravamo proposti. Dโaltronde, siamo sinceri, quanto รจ faticosa la preparazione del Natale o, meglio, di quello che รจ diventato il Natale?
Quella che dovrebbe essere la memoria gioiosa della venuta di Dio in mezzo a noi, รจ diventata, per molti, fonte di ansia e di angoscia. Regali da fare, persone da invitare quasi costretti dalla circostanza o, al contrario, una solitudine accentuata dalla retorica natalizia che invade le nostre vite.
Quando lo capiremo che la vita che abbiamo รจ una sola? E che รจ degna di essere vissuta fino in fondo? Quando inizieremo a vivere mettendo ordine nelle nostre prioritร , cercando il Regno, prima di ogni altra cosa?
Perchรฉ le nostre parole non siano vane, accogliamo la Parola come fondamento di ogni nostra scelta, di ogni nostro agire. Lasciamo che sia la Scrittura, meditata nella tradizione della Chiesa, a far nascere o rinascere Cristo in noi. Costruiamo la nostra vita su basi solide, non sulla sabbia del giudizio degli altri, dei nostri (inutili) sensi di colpa, seguendo la corrente senza sapere dove ci condurrร .
Noi attendiamo cieli nuovi e terra nuova in cui avrร stabile dimora la giustizia e su questa certezza incrollabile fondiamo la nostra speranza e le nostre scelteโฆ Siamo concreti, fondiamo la nostra vita sulla roccia che รจ Cristo.
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+++Commento di Paolo Curtaz tratto, per gentile concessione, dal libretto Amen, la Parola che salva.+++
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