โFino a quando, Signore, implorerรฒ aiuto e non ascolti, a te alzerรฒ il grido: ยซViolenza!ยป e non salvi? Perchรฉ mi fai vedere lโiniquitร e resti spettatore dellโoppressione?โ
Il grido del profeta Abacuc sgorga da unโesperienza di violenza e di ingiustizia. Eโ il grido di un tempo lontano ma echeggia da tutti i luoghi dove la guerra e la violenza sono oggi in atto generando immani sofferenze soprattutto nei piรน deboli. Eโ anche il grido di tutti coloro che non si rassegnano a chiudere gli occhi di fronte alle situazioni di ingiustizia. Tra le preghiere che mons.
Sabbah giร patriarca di Gerusalemme invia quasi quotidianamente dalla Palestina mentre prosegue senza tregua il genocidio del popolo palestinese leggiamo: โSenza piรน parole, Signore, ti supplichiamo, ti preghiamo: ascoltaci!ย Non lasciarci soli, abbandonati alla crudeltร degli uomini che si stanno mostrando in tutta la loro disumanitร , senza piรน veli, agli occhi del mondo. A Gaza, Signore, noi soffriamo, abbiamo fame e sete. Noi siamo malati di tutto. Hanno demolito tutte le nostre case e da tempo la nostra vita รจ in strada.ย Signore, tu sei il nostro unico rifugio! Sappiamo solo che questa guerra, con tutta la quantitร di morte e sangue, qui a Gaza, ma anche in Cisgiordania, รจ durata troppo. Basta Signore Signore, ma non tโimporta tutto questo dolore? Ci stanno uccidendo tutti. Signore, non tโimporta che moriamo?Abbi pietร di noi!โ (preghiera del 25 maggio daย www.bocchescucite) E nella preghiera del 29 agosto us scrive: โEโ un ordine: le chiese e le due intere comunitร cristiane della Striscia, quella ortodossa e quella cattolica, devono lasciare tutto, abbandonare per sempre tutte le loro
proprietร , la loro storia e le loro vite comunitarie. Ma i coraggiosi cristiani di Gaza hanno deciso: โNoi rimaniamo!โ. Eโ un ordine che comanda di rinunciare a tutto, prima di bombardare e radere al suolo il quartiere. Signore abbi pietร . Tutto il quartiere ha deciso di restare: moriranno tutti. Da tanto tempo ti abbiamo supplicato, Signore, ma tu non hai risposto. Permetti tu forse a quelli che uccidono di dire: โDovโรจ il vostro Dio?โ Eโ questa la nostra fede, Signore? Eโ questa la tua misericordia, Signore? Supplicarti e lasciare che gli oppressori ci uccidano? Signore, pietร โ.
La voce dei profeti รจ voce sempre legata al presente, e risuona e riverbera in diversi tempi. Eโ parola di denuncia di una situazione che contraddice la promessa di Dio, รจ anche grido a Dio stesso e provocazione: โFino a quando Signoreโฆ?โ Ci sarร un termine a tutto questo?โฆ
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Abacuc pone la questione dello scandalo del male e dellโingiustizia, non offre facili risposte e si scontra con il silenzio di Dio. Il profeta si fa testimone di una fessura di luce in un panorama desolato: โil giusto vivrร per la sua fedeโ. Laddove vi รจ solo desolazione e violenza si apre possibilitร di vivere nella sua radicalitร lโesperienza del credere. Affidarsi รจ rimanere davanti al silenzio di Dio senza alcuna pretesa e mantenendo sospeso il grido davanti a Lui il cui mistero รจ presenza di amore.
Eโ il porsi di chi non ha soluzioni, di chi non si illude di vie facili o illusorie che tutto possa miracolosamente cambiare. Questo stare facendosi carico del grido di sofferenza di oppressi e maltrattati si fa abbandono e impegno: il giusto vivrร per la sua fede perchรฉ in modo paradossale, attesta con il suo stare una presenza e una promessa che non viene meno. Nel silenzio di Dio sta davanti al Dio dellโalleanza e della misericordia. Lo scatenarsi della disumanitร , della violenza e dellโingiustizia non avrร futuro, ha una scadenza, un termine: non รจ questo il progetto di Dio sulla storia.
In questo โstare alla presenza di Dioโ il giusto โ cioรจ colui che rimane fedele nonostante tutto โ รจ rinviato ad una fiducia nella prova, a rimanere continuando a portare avanti nella sua vita i segni del Dio fedele. Da qui sgorga un impegno fattivo per cui il credere si fa solidale con chi soffre: operare giustizia lร dove giustizia non cโรจ, seminare germi di pace nel deserto, offrire cura tra le vittime di armi sofisticate e potenti, portare speranza โcome se vedesse lโinvisibileโ. Fede e speranza sono sguardo capace di accogliere la luce tra le lacrime del dolore.
La pagina di Luca ci invita a far nostra la preghiera degli apostoli a Gesรน โaccresci in noi la fedeโ. Gesรน inviata a rimanere al proprio posto con fedeltร , come persone che svolgono il loro compito senza guardare ad interessi, a riconoscimenti o a risultati. Nella parabola si parla di servi inutili. Non รจ traduzione corretta perchรฉ nessuno รจ โinutileโ per il Signore. Piuttosto qui si indica che la condizione dei discepoli รจ quella di โsemplici serviโ. Eโ lโattitudine di chi non ha altri fini ma si pone a disposizione con generositร non cercando qualcosa per sรฉ ma perchรฉ ha scoperto la gratuitร dellโamore quale segreto della vita. Vivere nella fede e nella speranza si concretizza nel vivere lรฌ dove siamo โquanto dovevamo fareโ, ossia la testimonianza โ discreta, mite โ di uno stile di agire, di un โfareโ che coinvolge la vita ispirato al vangelo e a nullโaltro.
Per gentile concessione di p. Alessandro – dal suo blog.
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p. Alessandro Cortesi op
Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.

