Il Natale cristiano si cominciรฒ a celebrarlo tardivamente nella Chiesa. Nel 350 un papa, Giulio I, fissa la data del 25 dicembre mutuandola da antichi culti pagani provenienti dalla Siria e poi confluiti nella cultura romana.
Secondo il calendario giuliano il 25 dicembre era il giorno del Solstizio dโinverno, quando il Sole pareva andasse a morire allโestremo orizzonte toccando il punto piรน basso del suo percorso, per poi risorgere il giorno seguente tornando ad illuminare, scaldare e donare vita.
Traslare la metafora su Gesรน Cristo fu cosa semplice, egli il โSol dโOrienteโ, la โLuce del mondoโ, che andรฒ a morire in un sepolcro un venerdรฌ santo per poi tornare alla luce il giorno di Pasqua illuminando cosรฌ il mondo intero โdโinizio in inizio attraverso inizi che non hanno mai fineโ (Gregorio di Nissa).
ร curioso che nellโiconografia dellโOriente cristiano, sullโicona della Nativitร , alle spalle della scena della nascita, compare sempre un sepolcro vuoto e scuoro.
Nascita-morte e rinascita sono momenti inscindibili dellโunico Mistero.
Il Natale ci ricorda cosรฌ la cifra esistenziale del nostro stare al mondo: venire alla luce di noi stessi.
Partoriti una volta alla vita, venire alla luce di noi stessi continuamente.
In che modo? Morendo a noi stessi. Splendore del paradosso.
Levigando lโio e il mio, staccandoci dai nostri attaccamenti, espropriandoci delle proprie appropriazioni, rinunciando al proprio punto di vista come assoluto, in quel vuoto verginale vertiginoso venutosi a creare, la Luce del mondo puรฒ finalmente darsi al mondo illuminandolo.
LโAmore รจ sempre sul punto di venire alla luce, ha solo bisogno di qualcuno che gli dia la possibilitร di farlo.
Dio attende da noi che lo si partorisca. Il resto della creazione lโha giร fatto. Per questo il Natale รจ la memoria del nostro ultimo destino: dare carne al Verbo. Partorire lโAmore. Senza qualcuno che lo metta al mondo lโAmore, la Luce, Dio se vogliamo, rimane pura potenzialitร .
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Ma in che modo partorire lโAmore? Amando. Semplicemente amando.
Ma lโamore non รจ da farsi, รจ giร dato. ร la nostra matrice, il nostro Sรฉ autentico. Il nostro elemento costitutivo.
Occorre solo far decantare in noi ciรฒ che amore non รจ, ed emergerร come luminosa e vitale necessitร .
Perciรฒ, care amiche e cari amici, auguri di Luce. E buona rinascita!
Per gentile concessione di don Paolo Scquizzato
